Annoni messaggio per il ct «All'azzurro non rinuncio» di Bruno Bernardi

Il difensore del Toro, lusingato dalle voci di mercato, si offre a Sacchi per la Nazionale Il difensore del Toro, lusingato dalle voci di mercato, si offre a Sacchi per la Nazionale Annoiti, messaggio per il ci All'azzurro non rinuncio» « Gli hanno telefonato da Roma. Era una radio privata locale che voleva sapere cosa ne pensava di un suo eventuale trasferimento nella Capitale, in maglia giallorossa. Enrico Annoni è caduto dalle nuvole. O meglio, è rimasto saldamente con i piedi per terra, rispondendo che «se ci fosse una trattativa seria non sarebbe finita sui giornali». Il Torino ha smentito e la stessa cosa ha fatto Luciano Moggi. Punto e basta. Ad Annoni non dispiace che la Roma possa interessarsi a lui, ma sa che queste notizie «di convenienza o reali possono dare fastidio alla società ed ai tifosi più che a me». E' destino che lo stopper si trovi spesso al centro di voci di mercato. Segno che piace. Ma per il Toro non si tocca. E a «Tarzan» sta bene così: «Alcuni mesi fa, sul finire della stagione, il mio procuratore Carpegiani mi segnalò che due o tre società erano disposte ad ingaggiarmi. Poi parlai con il presidente Goveani e ci mettemmo d'accordo sulla parola. Più tardi rinnovammo il contratto sino al '96 con reciproca soddisfazione». Piace a molti ma non al et Sacchi che non l'ha neppure convocato nel listone dei 24 per lo «stage» di Coverciano, il primo della stagione che precede i Mondiali americani. Annoni non ne fa una malattia: «Ho disputato solo due amichevoli e la gara d'esordio, ed ho saltato l'appuntamento in Supercoppa di Washington, penalizzato da un nuovo tipo di squalifica assai discutibile, considerando che riguardava il campionato. Non posso essere già al massimo della forma, anzi sono appena al 50-60 per cento anche per la mia stazza fisica che richiede un certo rodaggio. A Piacenza ho sofferto, in avvio. Ma alla Nazionale non rinuncio, sino a quando giocherò l'ultimo pallone. E' un sogno che voglio realizzare prima della fine della carriera». E tra i suoi sogni c'è la Coppa delle Coppe. Un anno fa aveva sfiorato un traguardo europeo, in Coppa Uefa, e ritiene che questo Torino possa riprovarci seriamente nell'altra competizione, più corta ma ugualmente affascinante e popolata di squadre di nome, come Ajax e Real Madrid: «Sarebbe bello ritrovarle e, pur essendo inferiori a olandesi e spagnoli sulla carta, non dovremo avere complessi ma credere nella forza del gruppo e nella competitività di un Toro che, con Francescoli e gli altri acquisti, s'è rinforzato». In campionato, Annoni punta alla zona-Uefa e aspetta la verifica con l'Atalanta che, insieme con il Torino, è stata la più prolifica della prima giornata. Poiché Gregucci ha ripreso solo ieri alla Mandria la preparazione (Mondonico forse lo vedrà domani pomeriggio nell'amichevole di Luserna San Giovanni), e non sarà pronto per domenica, toccherà ad Annoni occuparsi di Ganz, il bomber bergamasco che ha già all'attivo una doppietta con il Cagliari: «Un cliente pericoloso. Ma tutta l'Atalanta è in condizione. La velocità sarà la sua arma e noi, con l'umiltà e la volontà, e con l'apporto del nostro pubblico, cercheremo di fermarla. A Piacenza, abbiamo sfruttato quasi tutte le occasioni costruite. Buon segno, in un test con un avversario euforico, domato dalla nostra maturità tattica». E infilzato dall'opportunismo di Carbone, Silenzi e Poggi. «Pennellone» è partito con il piede giusto. A Piacenza, dopo il gol, è scattato verso la curva dei tifosi torinisti beccandosi un'ammonizione: «Era un modo per scaricare la gioia. E, se ricapitasse, lo rifarei di nuovo collezionando cartellini gialli». Silenzi è su di giri. Prende botte e le restituisce, senza fare una piega: «Sto bene e la squadra gioca per me». Significa che, quando c'era Scifo, i palloni non arrivavano in tempo utile? Silenzi non cerca polemiche a distanza con l'ex compagno ma puntualizza: «Diciamo che facevano un altro percorso mentre adesso - mancando un tramite - mi giungono direttamente. E la stessa cosa avviene per Carbone con il quale mi integro bene. Domenica? Il rischio è di sedersi sugli allori. Dobbiamo subito dimenticare il 3-0 di Piacenza. Con l'Atalanta, brutta gatta da pelare, ci sarà da stringere i denti». Il gigante si sente importante nel gioco aereo quanto con la palla ai piedi: «Non sono così scarso. A Reggio Emilia vinsi la classifica cannonieri di B con 23 gol di cui solo sei di testa». Se continuerà su questi livelli, sarà più dura per gli stranieri, e in particolare per Aguilera, trovare un posto? Silenzi sorride: «Sono sincero, non ci penso proprio. Resto sempre convinto che, alla fine, il lavoro paga e sinora i frutti li ho raccolti. L'unica preoccupazione è dare il massimo e creare seri grattacapi all'allenatore per la scelta del titolare. Ritengo, però, che una simile prospettiva non dispiaccia affatto a Mondonico». E' davvero un Silenzi parlante. Bruno Bernardi Annoni (a lato) è al suo quarto anno nel Torino dopo aver giocato per Seregno, Sambenedettese e Como; sopra: il bomber Silenzi