Braccio di ferro per la Fidom

Braccio di ferro per la Fidom Braccio di ferro per la Fidom No della Provincia al Comune i veleni rimangono a Piossasco E' in atto un braccio di ferro fra l'assessorato all'Ambiente della Provincia e il Comune di Piossasco per il deposito Fidom, dove sono stoccate settemila tonnellate di rifiuti tossici, mentre i carabinieri scrivono alla Regione: «Non potremo più garantire la sorveglianza, ci sono pochi uomini». La «Petroldragon» di Caponago (Milano) proprietaria di una parte dei veleni, ha comunicato alla giunta di Piossasco che - avvalendosi di una ditta autorizzata - può trasferirne ogni giorno 25 tonnellate. Le sostanze verrebbero portate alla raffineria Omar di Lachiarella presso Milano. Renato Dal Mas, assessore all'Ambiente di Piossasco dice: «L'importante è svuotare quei contenitori. Se il trasportatore è autorizzato va bene». Al contrario, la raffineria di Lachiarella è in attesa che la Regione Lombardia conceda il permesso a smaltire tali sostanze. «Ma - dice Dal Mas - almeno sapremo dove sono stoccate. Occorrono 7 miliardi per la bonifica: non vorrei che venissero pagati dalla collettività». Al contrario, la Provincia frena. All'assessorato all'Ambiente rispondono: «Non autorizziamo il trasferimento poiché non esiste alcun piano di smaltimento e aspettiamo che alla raffineria vengano concesse le autorizzazioni. Vogliamo certezze». Un'ordinanza del tribunale di Torino impone anche al proprietario del deposito, Calogero Gannuscio, di liberare il terreno entro settembre. Il Gannuscio ha indicato la «Servizi Industriali» di Orbassano come azienda smaltitrice. Per iniziare l'opera, tuttavia, occorre una elevata fidejussione bancaria. In attesa di decisioni definitive ministero dell'Ambiente, Regione, Provincia e Comune spenderanno 430 milioni di lire per evitare dispersioni di tossici.

Persone citate: Calogero Gannuscio, Renato Dal Mas

Luoghi citati: Caponago, Comune Di Piossasco, Lombardia, Milano, Orbassano, Piossasco, Torino