Vecchio e nuovo Torino sotto inchiesta per falso di R. S.

TRE AVVISI DI GARANZIA Vecchio e nuovo Torino sotto inchiesta per falso TRE AVVISI DI GARANZIA TORINO. Torino Calcio nel mirino della magistratura. Ieri la procura, ipotizzando il reato di falso in bilancio da parte del club granata, ha emesso alcuni avvisi di garanzia: secondo le indiscrezioni riguarderebbero l'ex presidente Gian Mauro Borsano, il suo successore Roberto Goveani e l'ex direttore generale Luciano Moggi. Quest'ultimo, interpellato al telefono, smentisce qualsiasi coinvolgimento nella vicenda: «Sono completamente estraneo - ha detto, minacciando querele -. Io firmavo solo per questioni sportive e non per quelle amministrative». La decisione dei magistrati cittadini è scaturita dalle indagini successive allo scandalo-Palestro, il ragazzo (figlio di una segretaria amministrativa fedelissima di Borsano) passato dalla società granata al Venezia per la ragguardevole cifra di 570 milioni: una cessione fantasma, poiché il ragazzo non raggiunse mai la società veneta, per giustificare un accordo fuori dai termini regolamentari, ossia il trasferimento del centrocampista Romano dal Toro ai neroverdi, nell'estate del '91. Ma l'inghippo venne a galla quando, in sede di approvazione del bilancio granata nell'autunno '92, un socio volle sapere di più su quel portierino così ben valutato. E dall'indagine su Palestra si è poi passati a quelle su Dino Baggio e su Lentini, le cui cifre ufficiali, iscritte a bilancio, destarono perplessità nei magistrati. Sabato scorso Luciano Moggi, ex direttore generale di quel Torino, fu ascoltato dai magistrati inquirenti che ora, tratte le prime conclusioni, hanno deciso di inviare gli avvisi di garanzia. L'attuale presidente, il notaio Roberto Goveani, dichiara di non avere ancora ricevuto alcuna comunicazione dal tribunale e di «cadere dalle nuvole». Ma poi precisa che stamane si incontrerà col proprio avvocato per valutare a fondo la situazione: «Questa vicenda ha tre aspetti: uno mi tocca personalmente e professionalmente - dice il notaio -, per cui voglio tutelarmi nel migliore dei modi; il secondo riguarda il Torino, per la vicenda Palestra, ma è una storia di oltre due anni fa, ben prima del mio arrivo; il terzo riguarda la vecchia gestione, e non mi pronuncio». Ma allora perché l'avviso di garanzia anche a Goveani? Perché questa ipotesi di falso in bilancio che riguarda l'attuale gestione? «Presto spiegato. - afferma Goveani - La normativa calcistica, come mi ha confermato il presidente della Lega, avvocato Nizzola, prevede che i pagamenti avvengano tramite la Lega, che funge da camera di compensazione. Nel caso di un pagamento biennale, come quello riguardante Palestra, la società cedente emette una fattura pari al 30 per cento della somma in agosto, poi altre sette fatture mensili per il resto dell'importo. Non entro nel merito della vicenda-Palestra, mi limito a spiegare la norma: ecco perché le ultime due fatture furono emesse dal Torino a febbraio e marzo di quest'anno. Sotto la mia presidenza. Ma fu un atto dovuto». Una procedura seguita anche per le cessioni di Dino Baggio (pure lui venduto dai granata nel '91) e Lentini (lo scorso anno), entrambe effettuate dalla presidenza Borsano. Altri due casi sospetti? «Per Dino Baggio non ho presente come sia stato concordato il pagamento - dice Goveani -, ma sicuramente i magistrati si sono interessati ai due casi: quando, mesi fa, ebbi un colloquio col dottor Sandrelli, fornii tutta la documentazione in nostro possesso». Poi, con senso di liberazione: «Da parte della magistratura questo è un atto dovuto per vederci chiaro. E, in fin dei conti, anche per noi è l'occasione per mettere un punto fermo alla vicenda. Non è un momento piacevole. Sono convinto di poter chiarire tutto e di uscirne dimostrando l'assoluta regolarità dell'attuale gestione». [r. s.]

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