SACCHI L'Italia cantiere senza fine di Marco Ansaldo

La squadra per affrontare l'Estonia è un rebus e a Fireri2e si riparla di Baggio dietro le punte e di Vialli La squadra per affrontare l'Estonia è un rebus e a Fireri2e si riparla di Baggio dietro le punte e di Vialli SACCHI L'Italia cantiere senza fine FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO Un uomo in più a centrocampo, sulla scia del Milan approdato al 4-3-3. Poi Baggio dietro alle punte. E magari Vialli. E soprattutto Maldini terzino destro per risolvere un problema che in due anni di ricerche l'Arrigo non è riuscito a superare. Il cantiere Italia è ancora aperto come quelli che tra Bologna e Firenze consumano l'Autosole e la pazienza di chi ha l'avventura di passarci. La differenza è che il et non chiede scusa per il disagio. Non può permetterselo, soprattutto adesso che spira un'aria da ultimi giorni dell'Impero che rende elettrici i federali e li inclina a scorgere fumi persecutori. «Non facciamo dello sfascismo», invita Sacchi. Ma rileggiamo il discorso tenuto sabato dal presidente della Federcalcio a Coverciano e ci chiediamo se lo sfascismo non nasca dal timone. Rimane il fatto che la squadra votata a evitare «la catastrofe italiana», come l'ha definita Matarrese, è ancora in via di sviluppo. Un po' giocano contro Sacchi gli infortuni. Un po' la sua irrequietezza nel definire la fisionomia della creatura. «Ogni volta mi trovo con quattro o cinque giocatori indisponibili» constata numeri alla mano il et. Tuttavia per Signori che chiede tempo per rimettersi in sesto o per Alessandro Bianchi bloccato da mesi, c'è anche Mannini tenuto in caldo per due anni e misteriosamente scomparso dopo la sconfitta con la Svizzera. O Di Mauro, non convocato eppure l'uomo che in Estonia avrebbe potuto sostituire Dino Baggio, squalificato. Sacchi insegue un disegno che ha chiaro in testa e non riesce a trasferire sul campo. «Il senso di questi quattro giorni di lavoro spiega - è che il 22 giochiamo in Estonia e non avrò più il tempo per riprovare certe cose». Come a dire che i suoi colleghi di club hanno un bel lamentarsi dello «scippo», ma lui non poteva far ne a meno. Del resto vale il discorso inverso: neppure i club lo hanno agevolato troppo. Sacchi aveva chiesto un'estate di riposo e di lavoro mirato, invece hanno organizzato 180 amichevoli prima ancora che cominciasse la serie A. Arrigo non si sente tradito?, gli chiedono. «Ognuno deve lavorare sapendo che esistono situazioni che non si possono modificare. I problemi esistono, si è pagati per coesistere con essi», è la replica, persin troppo soft. Il problema principale tuttavia è di montare il puzzle per le prossime tre partite. E ci sono alcune contraddizioni. La prima è che Sacchi annunci ora «l'esigenza di ringiovanire, perché nei giovani c'è entusiasmo e intensità e volontà di fare», mentre questa dovrebbe essere la fase della maturità e dell'esperienza. O fino all'altro ieri non si era chiesta la carta d'identità a Tassotti, a Mannini, a Zoratto? Non è tutto. Nell'allenamento di ieri mattina abbiamo visto il Divin Codino giostrare dietro le punte (Simone e Casiraghi), come faceva e parzialmente fa ancora nella Juve del Trap. Sacchi lo considerava un obbrobrio. Si è ricreduto? «Baggio va messo nelle migliori condizioni perché è il migliore del mondo - è stata la risposta -. A volte bisogna tornare all'antico per scoprire che il nuovo è meglio». E l'idea di inserire Fortunato come terzino sinistro per tamponare con Maldini la fascia destra? «Per ora è prematuro parlarne, per quanto Fortunato mi piaccia moltissimo e possa far bene nella Juve e con noi». Però il et continua a pensarci. «Io - dice - non ero un gran calciatore e gli allenatori sapendo che pur di giocare avrei accettato tutto mi spostavano a destra o a sinistra. Se mi adattavo io che ero un brocco, a maggior ragione può farlo chi è bravissimo». Con l'Estonia dunque potrebbe essere questa la vera novità. Infine il «caso Vialli». Sacchi prima l'ha liquidato, quindi l'ha inserito con Roberto Baggio, Mancini, Casiraghi, Signori, Ganz e Simone tra i grandi attaccanti italiani, unico, tra i citati, a non essere qui. Solo una coincidenza, oppure l'Arrigo è incorso in un lapsus freudiano e chiamerà pure Gianlux, magari all'ultima partita con il Portogallo, se le cose si metteranno male? Marco Ansaldo Ss m -. <■ - ■ ■ : ■