Nella mitica terra dei leoni di Alessandra Levantesi
Nella mitica terra dei leoni Nella mitica terra dei leoni VENEZIA. E' ispirato al romanzo «Sirga la lionne» di René Guillot, basato a sua volta su un vecchio racconto africano ambientato in una mitica terra dei leoni: un angolo di savana dove uomini e animali convivono in perfetta armonia. Però «L'enfant lion» di Patrick Grandperret, che ha inaugurato le «Notti Veneziane», è un tipico prodotto made in France e non c'è da stupirsi che Lue Besson l'abbia sponsorizzato. Oulé, il protagonista del titolo, è parente stretto del Mayol, «l'enfant dauphin» di «Le grand bleu» ed entrambi i film condividono un sentimento poeticista e idealizzato della grande natura. A Pama, fra i due Volta, nascono contemporaneamente Oulé, figlio del re del villaggio, e Sirga, figlia della leonessa regina. Nutrito dello stesso latte, Oulé stringe con Sirga un rapporto più complice che con qualsiasi essere umano, suscitando la gelosia della piccola Lena, sua promessa sposa; e dal felino apprende i segreti della foresta e della caccia. L'idillio si interrompe il giorno in cui i leoni misteriosamente abbandonano quella terra felice. E' un nefasto presagio. E infatti la sciagura si abbatte sul villaggio quando in sella ai loro agili cavalli lo assalgono gli uomini blu in una delle loro abituali scorrerie in cerca di schiavi. Catturato con Lena, Oulé finisce in una reggia tuareg del deserto, lei destinata all'harem, lui a fare da servitore. Ma il ragazzino ha in sé i poteri del leone: sa come curarsi una ferita con l'aiuto delle api, come sopravvivere in un ambiente ostile dove nessun altro potrebbe sopravvivere. Nel lieto finale, si ricongiunge all'amata Sirga e alla sua fidanzata e insieme torneranno al villaggio. Girato in Costa d'Avorio, costato 25 settimane di duro lavoro, interpretato con naturalezza da nativi non professionisti, «L'enfant lion» mostra l'Africa ancestrale e favolistica, prima che venisse devastata dalla barbarie occidentale, con quel sentimento di familiarità e fascinazione che per le ex colonie hanno i cittadini dell'ex impero. Sono suggestive, belle le scene Oulé che gioca con il leone, le battaglie degli elefanti, l'arrivo dei tuareg - in cui Grandperret riesce a reinventare la leggenda restituendo il senso di una simbiosi con l'ambiente profonda e imprescindibile. E' sul piano narrativo che il film è debole. Il racconto è troppo approssimativo e inconsistente per accedere all'empireo della vera mitologia e nello stesso tempo troppo poco smaliziato per compiacere le grandissime platee. Tuttavia indica una strada per un cinema europeo che voglia competere con lo spettacolo americano per i più grandi e i più piccini alla Disney. Alessandra Levantesi
Persone citate: Disney, Grandperret, Lue Besson, Mayol, Patrick Grandperret, René Guillot
Luoghi citati: Costa D'avorio, Pama, Venezia
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