In Croazia le ricerche di Izzo di Gio. Bia.

Chiamò Zagabria Chiamò Zagabria In Croazia le ricerche di Izza ROMA. Il filo più consistente in mano agli investigatori che da una settimana stanno cercando Angelo Izzo, il «massacratore del Circeo» evaso dopo un permesso-premio, porta in Croazia, ai trafficanti di armi e droga. Subito dopo essere uscito dal carcere di Alessandria per festeggiare il compleanno nella casa di famiglia a Roma, infatti, Izzo ha telefonato ad un numero di Zagabria, per parlare con un suo vecchio compagno di detenzione croato, inquisito per commercio di armi e di stupefacenti e poi espulso dall'Italia. La telefonata è stata la prima e l'unica (contrariamente al solito) fatta daH'ex-«pariolino» da un autogrill sulla strada da Alessandria a Roma. Dopo quel contatto, probabilmente c'è stato anche l'incontro tra Izzo e il personaggio chiamato, un uomo che adesso la Digos sta tentando di rintracciare. L'incontro sarebbe avvenuto nella capitale, e subito dopo l'evasione già organizzata del fascista «pentito» s'è realizzata. La polizia conosce il nome del «contatto» croato, ma non la sua attuale residenza né l'attività che svolge. Una delle ipotesi più attendibili a questo punto è che Izzo abbia deciso di non rientrare più in carcere perché adesso s'è concretizzata la possibilità di entrare in un nuovo circuito criminale, per esempio il traffico di armi. Che quando ha lasciato la prigione di Alessandria munito di regolare permesso Izzo avesse già in mente di non farvi più ritorno viene considerato un fatto quasi certo; lo dimostrerebbe anche il particolare nervosismo mostrato dal «massacratore del Circeo» sia nei contatti avuti fino a mercoledì scorso con la famiglia, sia in quelli con gli investigatori che ha incontrato prima di sparire. Nervosismo che improwismanete sembrava svanito nell'uiltimo segnale dato da Izzo, la sera di mercoledì 25 agosto, ancora una volta a casa. Era già ripartito da Roma, aveva detto che sarebbe rientrato un giorno prima ad Alessandria, poi quella sera ha telefonato per dire che avrebbe passato una notte fuori per tornare in cella il giorno dopo, come previsto dal permesso. Ma non poteva farlo, secondo il permesso o stava a casa a Roma o in carcere, e di fronte alle rimostranze dei familiari Izzo ha risposto che sarebbe rientrato subito. Probabilmente, considerato il tono notevolmente più tranquillo rispetto ai giorni trascorsi a Roma, a quel punto l'ex-«pariolino» era già al sicuro nel luogo che doveva raggiungere secondo il suo piano d'evasione. E se è vero che ha deciso di darsi alla latitanza per iniziare un nuovo «lavoro», chi gliel'ha trovato l'ha certamente aiutato nella fornitura dei documenti falsi, nella fuga e in tutto il resto. Una via d'uscita dalla galera immediata, più diretta anche se certamente meno comoda della semilibertà che Izzo contava di ottenere entro la fine di quest'anno, ma che comunque doveva passare il vaglio dell'auorità giudiziaria. [gio. bia.]

Persone citate: Angelo Izzo, Izzo