UN POETA SI SPECCHIA NELLA RIVIERA DI BOINE di Lorenzo Mondo
UN POETA SI SPECCHIA NELLA RIVIERA DI BOINE UN POETA SI SPECCHIA NELLA RIVIERA DI BOINE I f, | noia a sottolineare I come la riviera liguI re di Ponente sia caH—El ratterizzata letteraI riamente da una for> I te rivalsa del fanta11 \| stico: «C'è una repui 1 gnanza del reale, in JH. J8L quella provincia, che è pari soltanto alla devastazione che il reale... ha apportato». E colloca, entro un manipolo di scrittori che vanno da Calvino a Conte, anche un poeta solitario e «provinciale» come Ito Ruscigni. Che si distingue dagli altri conterranei, perché coltiva da anni con tenacia l'ambizione di una poesia di pensiero, nutrita cioè di tutte le scorribande compiute nel campo della filosofia e in quelli contigui della religione e dell'antropologia: seguendo la traccia di un platonismo perenne e ammantato di miti diversi, in una ricerca di assoluto che ha come idolo polemico un raziona¬ lismo arido e riduttivo. Il mondo è per lui la pregnante, baudelairiana foresta di simboli, il vero si può cogliere soltanto «per speculimi et in aenigmate», ed è proprio San Paolo a suggerire il titolo della sua ultima raccolta, «Negli specchi fantasma». Debitrice, come apprendiamo dalle note, dell'insegnamento filosofico ed esoterico di Sofo, il maestro senza libri, che fu amico di Boine e da lui ricordato nel suo testamento: «Lascio ! .10.000 al cap. Angelo Saglietto di Giuseppe detto Sofo e sofo veramente abitante col corpo Borgomarina in Portomaurizio ma collo spirito negli Elisi perché meglio lo aiutino a trovare quel Dio che così affannosamente invoca» (da tempo gli amici di Ruscigni aspettano che faccia conoscere le sue carte di cui è depositario). Questo sfondo intricato delle poesie di Ruscigni non ne compromette la limpida misura (appena si sente, qua e là, l'esigenza di una parola più nervosa e scavata). I nomi del mito valgono per l'aura evocativa che immettono nella vita quotidiana, gli eroi del pensiero sono chiamati a scontrarsi con un'ansia umanissima che non conosce riposo. E nella maggior parte delle poesie, sono la consonanza con la natura, l'amore e gli affetti famigliari che inverano, senza mediazioni erudite, l'esigenza originaria di unità. L'aspirazione alla poesia risolta «in un bic¬ chiere di carta - che ammolla per qualche goccia d'acqua dalla fonte cascata dentro»; la gioia subitanea di una passione che si sublima ardendo: «Ma è primavera - e i miei sensi - sono leggeri - come i venti»; la malinconia per una terra perduta e quasi trasmigrata: «Ora che mercanti - di sole - hanno ven duto - l'ambra della vita - Ligeia s'è involata - sull'ali dei cigni - ai ripari del Nord». E' proprio quando cede la vis polemica e si attenua il piglio gnomico-sen tenzioso, e in genere nel percor so breve, nelle clausole sfiorate da un pensiero immaginoso, che Ruscigni offre il meglio di sè, si fa ricordare. Lorenzo Mondo Ito Ruscigni Negli specchi fantasma Edizioni del Leone pp. 120. L.20.000
Persone citate: Angelo Saglietto, Boine, Calvino, Ito Ruscigni, Ponente, Ruscigni
Luoghi citati: San Paolo
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