TRE DIAMANTI PER UN GIALLO

TRE DIAMANTI PER UN GIALLO TRE DIAMANTI PER UN GIALLO Il romanzo postumo di Lombardi SCE postumo questo L'instabile Atlantico i ■ di Germano LombarJ I di. L'intreccio eniJà gmistico di trame in^ finite si rinnova punI 1 tualmente anche in I questa sua ultima faM tica. Del resto l'accu-dm mularsi quasi vertiginoso di storie che si riprendono e si lasciano di libro in libro con gli stessi protagonisti, è la connotazione più evidente che contraddistingue gli scritti di Lom ■ bardi. Il suo segno vive nel solco dei modelli polizieschi più celebrati - senza però le asprezze stilistiche dei Chandler, degli Hammett (più volte indicati come suoi maestri), o i cerebralismi geometrici alla Conan Doyle - ma gli sviluppi narrativi appartengono a un clima tipicamente mediterraneo, con le lentezze, i disincanti, le reticenze, le mollezze, le incongruenze di una scrittura che non porta mai a conclusioni stabili, preferendo al quadro d'insieme il frammento, alla riflessione la breve e raffinata descrizione, alla staticità degli eventi gli spostamenti rapidi d'azione, agli scioglimenti dei nodi finali il loro perenne rinvio. Questa collaudata tecnica narrativa da un lato può facilitare il lettore grazie al riproporsi di personaggi già conosciuti in precedenti libri, dall'altra gli complica il lavoro preferendo Lombardi mischiare continuamente le situazioni fino al punto di volerle confondere fra di loro. Certo il risultato è intrigante, ma anche estremamente instabile per cui bisogna armarsi di pazienza e godersi almeno la scrittura: fluida, ricca di preziosismi lessicali, ellittica, dubitativa, sinuosa al limite della stanchezza e, in questo L'instabile Atlantico, anche sincopata, alla Celine per intenderci, specie nell'ossessivo monologo iniziale fitto fitto di associazioni, recitato dall'avvocato Artàn, geniale canaglia, persona e «umbra» di altre storie scritte. Il gusto di raccontare storie viene dichiarato da Lombardi in apertura del libro con questa bella frase: «Dicono che le storie siano fatti ipotetici che la risoluta logica dello scrivere fa diventare se non veri, verosimili. In questa ininterrotta storia l'esposizione dei fatti, o le ipotesi degli stessi, danno alla scrittura non una logica, come dovrebbero, ma alterne memo¬ rie». E di storie cominciate e abbandonate è ricco il romanzo: abbiamo il biscazziere greco Demetrios Mitopulos che rinviene in una scatola di scarpe marca Dawson nella stanza dell'Hotel Francia un criptico messaggio intitolato «Aspetti dell'instabile Atlantico» dello «scomparso» Enrico China, detto anche China il vecchio (gustosa conoscenza per i lettori di Lombardi); il messaggio riferisce di complesse storie in corso tra Roma, New York City e Salvador de Bahia. Si accenna al furto di tre preziosi diamanti della favolosa corona Potocky sottratti alla potente famiglia Recanizo, si cita un certo pittore Danno d'Este autore di un quadro che andrebbe collegato in qualche modo al misterioso furto, e poi il ricordato avvocato Artàn, l'ebreo italiano Giovanni Zevi, padron Clarindo, cocainomane e spacciatore di cocaina e lo strampalato Socratès detto «Il santo», grande divulgatore di domande senza risposta; va ricordata infine, autonomamente, anche la grottesca scena della morte di Clarindo, uomo che sapeva molte cose o fingeva di saperle, sapeva di questo, di quello e di quell'altro, ma al momento di spirare, davanti alle orecchie tesissime dell'avvocato Toucinho pronto a carpirgli la più piccola delle rivelazioni, mormora un placido «Chicchirichì». Il romanzo di Lombardi non disdegna l'ironia, anzi l'alimenta con gusto e sapienza attingendo prevalentemente al grande serbatoio surrealista. Ma se vogliamo trovare una traccia di pensiero sistematico nelle sue pagine più meditate, dobbiamo senz'altro considerare le coppie oppositive che Lombardi ama citare: il movimento contrapposto alla quiete, la stabilità all'instabilità, il reale all'immaginario, il vero al falso, e così via. Dunque il destino come estremo gioco d'azzardo, come stimolo al rischio, al depauperamento delle forze vitali, al moltiplicarsi dei misteri. Allo scrittore non resta che rifugiarsi nei suoi amati gialli scritti in forma di biografia provvisoria. Lucio Klobas Germano Lombardi L'instabile Atlantico Bollati Boringhieri pp. 124. L. 18.000

Luoghi citati: Este, Francia, New York, Roma