Troppe tasse pagano i cani di Stefano Bartezzaghi

Record di abbandoni, gli esperti: colpa della crisi economica Record di abbandoni, gli esperti: colpa della crisi economica Troppe tasse, pagano i cani NOI stiamo da cani: sono i cani che non stanno più da noi. I conti li ha fatti Claudio Fantini, responsabile del servizio veterinario del canile municipale di Roma. Con l'estate, dice il dottore, il canile romano risulta al completo, come anche quelli di Milano, Firenze, Palermo. Si penserà alla solita storia. La famiglia alleva un cane lungo tutto l'inverno, per un capriccio dei figli. In estate, per un capriccio simmetrico dei genitori, lo lascia sul ciglio della strada perché in vacanza un cane fa zavorra (amoralità, egoismo ma non «cinismo»: pp^la inadeguata quantomai, aerivando dall'aggettivo greco che significa «canino»). Sull'abbandono dei cani domestici prima si è vista una Pubblicità Progresso, di genere patetico. Poi si sono lette pagine decisamente più efficaci nell'ultimo libro di Stephen King (Il gioco di Gerald): lì un cane abbandonato e affamato fa cose innominabili con ciò che resta di Gerald (che da parte sua intendeva fare altre cose poco nominabili con sua moglie). Tutte storie da società del benessere, o almeno da società del «non c'è malaccio». Ma oggi non è cinismo, non è melodramma, non è orrore. E' che nell'Italia della minimum tax e del minimum vitae i cani costano 200 mila lire al mese, circa: e molto di più in estate, se non li si può portare con sé e li si affida provvisoriamente a canili privati o pensioni (con tariffe di 15-25 mila lire al giorno). Troppo per i padroni che quest'estate hanno consegnato all'istituzione pubblica i loro cani. Non li hanno abbandonati. Non era un problema di va¬ canze, perché in molti casi si tratta delle stesse famiglie che in vacanza non ci sono andate. Non volevano neppure fare un gesto simbolico, come quello della famiglia che, tartassata dal fisco, ha inviato a Scalfaro le chiavi della propria abitazione. E' proprio che il cane non ci stava più. Rinuncia dolorosa. E' eccessivo il motto di Gertrude Stein («So che esisto perché il mio cane mi riconosce») ma oggi, in Italia, sono eccessivi soprattutto guai e guaiti umani e canini. Il fixing del cibo in scatola avrà subito un picco, magari saranno aumentate le tasse di registrazione, le medagliette, le tariffe dei veterinari... La compagnia di un cane diventa un privilegio, tranne che per i custodi dei canili, ma è da tempo che il nome Fido non evoca cocker e bastardini bensì crediti bancari. Del lesto, mordono anche questi ultimi. Stefano Bartezzaghi

Persone citate: Claudio Fantini, Gertrude Stein, Scalfaro, Stephen King

Luoghi citati: Firenze, Italia, Milano, Palermo, Roma