Robin: firmo la pace con l'Olp di Aldo Baquis

Sì del governo al piano, il premier da Clinton. Bomba contro la casa del ministro dell'Interno Sì del governo al piano, il premier da Clinton. Bomba contro la casa del ministro dell'Interno Robin: firmo lu pace con l'Olp Minacce a Arafat: ti ammazzeremo TEL AVIV. Il governo di Israele ha approvato nella notte il piano di pace con l'Olp (sedici ministri a favore, due astenuti) e il primo ministro Rabin volerà domenica a Washington per la ratifica degli accordi. Ma i falchi israeliani e arabi non cedono ancora: a Gerusalemme gli ultra minacciano attentati. Una bomba è esplosa sotto la casa del ministro dell'Interno, duri scontri sono avvenuti davanti alla sede del governo. In Parlamento, il Likud dell'ex premier Shamir è scatenato, ma il ministro degli Esteri Shimon Peres replica: «I palestinesi sono uomini come noi. Non vogliamo essere i loro padroni, non è questa la legge di Israele. Vogliamo vivere al loro fianco, in pace». Dal fronte arabo, minacce di morte a Yasser Arafat. Il capo dell' Olp ha ricevuto messaggi minatori da una delle organizzazioni palestinesi più oltranziste in caso di firma dell'accordo su Gaza e Gerico: «Finirai come Sadat». Si tratta del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina-Comando Generale, con sede a Damasco, capeggiato dall'ex ufficiale dell'esercito si riano Ahmed Jibril, in rotta con Arafat dal 1983. Oggi a Washington riprende la Conferenza di pace, con il capodelegazione israeliano dimissionario perché contrario all'accordo. I palestinesi, però, si dicono ottimisti. Bassam Abu Sharif, braccio destro di Arafat, ha dichiarato di attendersi un accordo con Israele entro 48 ore, avvertendo però che tutto dipende dagli israeliani. «La palla è nel loro campo». Nella notte, migliaia di coloni inferociti hanno marciato verso la sede del primo ministro; la polizia li ha affrontati con idranti, loro hanno risposto con le pietre. Altri ultra israeliani hanno occupato la sinagoga di Gerico. La campagna di protesta è coordinata dal Likud, che conta 32 seggi in Parlamento. Ieri il leader del partito, Benyamin Netanyahu, ha affermato che l'accordo è una minaccia all'esistenza dello Stato ebraico e pertanto il Likud si opporrà «con tutti i mezzi legittimi a disposizione»: mozioni di sfiducia, imboscate parlamentari, dimostrazioni di massa. Aldo Baquis A PAGINA 3 IDFscsm(d