«Mi ha sparato mio cugino» di Angelo Conti

Per il giovane trovato svenuto nel prato a Moncalieri arrestato un tossicodipendente Per il giovane trovato svenuto nel prato a Moncalieri arrestato un tossicodipendente «Mi ha sparato mio cugino» Dietro il litigio la cocaina Chiarito il giallo di Moncalieri. Antonino Castiglione, 22 anni, l'elettricista rimasto cinque giorni svenuto su di un prato ed ancora in prognosi riservata al Cto, non è stato vittima di un incidente stradale, ma di un tentato omicidio. Suo cugino, Mauro Furina, 23 anni, la persona che gli stessi parenti avevano definito «il suo migliore amico», è stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Moncalieri. Sarebbe stato lui ad esplodere verso il congiunto almeno tre colpi di pistola di grosso calibro (forse una 38 special), infierendo anche con un colpo di grazia, che non ha miracolosamente leso organi vitali. Probabile movente dell'aggressione un debito di cinque milioni che il Castiglione aveva contratto con il Furina, in cambio di una fornitura di cocaina. La vicenda ha assunto connotati precisi sabato pomeriggio, e poche ore dopo i carabinieri del tenente Vittorioso hanno arrestato il presunto responsabile. Inizialmente Castiglione era stato considerato vittima di un incidente stradale: una versione che, con poche farneticanti frasi, era stata avvalorata anche dalla stessa vittima, raccolto in stato di choc. Il primo medico a soccorrere il ferito, un rianimatore dell'Elisoccorso, non era riuscito ad individuare i fori dei proiettili, già parzialmente cicatrizzati, scambiandoli per «possibili bruciature». Impressione che, per qualche ora, ha depistato le indagini, sino a quando, un accertamento radiografico compiuto al Cto ha permesso di individuare un proiettile ritenuto. Castiglione, che intanto aveva ripreso conoscenza, ha raccontato quanto era successo: «Mi ha sparato mio cugino, per una questione di soldi». Mauro Furina, rintracciato nella notte, è stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria. Nega, ma i carabinieri sembrano avere pochi dubbi sulla sua colpevolezza. Nelle prossime ore verrà sentito dal sostituto procuratore Ausiello. La lite culminata con una sparatoria sarebbe avvenuta lunedì pomeriggio. Ecco la più logica delle ricostruzioni. Castiglione e Furina fra le 17 e le 18 decidono di raggiungere una località tranquilla fra Moncalieri e La Loggia, ma durante il tragitto quest'ultimo inizia a minacciare il cugino: «Mi devi dare quei 5 milioni. Mi servono». Al diniego del Castiglione, che era al volante del suo Nissan Patrol, replica estraendo la pi¬ stola. Spaventato, l'elettricista perde il controllo del mezzo, che finisce in un fossato. Poi fugge nei campi, inseguito dal cugino che spara colpi di pistola: uno lo raggiunge alla mano, un secondo al gluteo. Cade nell'erba. Il Furina gli si avvicina per sparare ancora il colpo di grazia (che entra dalla tempia sinistra e si ferma sotto lo zigomo destro) e poi si allontana, convinto di averlo ucciso. La zona è poco frequentata. Nessuno si accorge dell'accaduto, nessuno nota quel corpo riverso sul prato e nemmeno il fuoristrada in un fossato (salvo, forse, un ladruncolo che si impossessa dell'autoradio). Sino a giovedì, quando la telefonata di un anonimo pescatore allarma il fratello che prima compie ricerche personali, poi avverte i carabinieri. Sono i militari, sabato mattina, a trovare Antonino Castiglione, ancora in vita. Le indagini, nonostante le apparenze di un incidente, non si fermano sino alla soluzione del giallo. Mauro Furina, che da ieri mattina è nel carcere delle Vallette, è tossicodipendente ed ha precedenti per droga, oltraggio e lesioni. Abita in via Passobuole 167 e lavora come fornaio nella panetteria di piazza Madama Cristina 2, che appartiene al padre. Ha negato di avere sparato al cugino («Non lo vedo da domenica sera, quando siamo andati a comprare le sigarette a Porta Nuova»), ma ha confermato di trafficare in stupefacenti: «Lo faccio per pagare i debiti che mio padre ha contratto per aprire il forno». Per i carabinieri e stata decisiva, in tutta questa vicenda, la telefonata dell'anonimo pescatore: «Un ulteriore ritardo nelle ricerche avrebbe provocato la morte del Castiglione, per le ferite e la disidratazione: un omicidio di cui poi sarebbe stato difficilissimo venire a capo». Angelo Conti «Mi devi 5 milioni» Fugge nei campi raggiunto da 3 colpi La panetteria di p. M. Cristina. In alto Castiglione (a sin.) e Furina

Luoghi citati: La Loggia, Moncalieri