Ragazzi di Riviera o Bambole rotte?

F ! DISCHI Ragazzi di Riviera o Bambole rotte? ARA' stato il fiuto per gli affari o una premonitrice paura della recessione economica non si sa, ma questa estate i big della canzone italiana si sono concessi una vacanza discografica. A • parte Gianna Nannini nessuno ha presentato uno straccio di disco. C'è crisi, una litania che ci ripetiamo in continuazione, ma anche di idee? Vedremo il prossimo autunno. Intanto abbiamo modo di soffermarci su due dischi interessanti, che offrono materiale curioso e anche di piacevole ascolto. Con molto spirito romagnolo. D'altronde, se andiamo a vedere, la musica italiana degli ultimi anni ha molto sangue emiliano-romagnolo nelle vene. Sicuramente si può affermare che il testimone della moderna musica nostrana è passato da Napoli a Bologna e dintorni. Mettendosi a fare un semplice elenco, nessuna altra regione conta una squadra così nutrita come quella dell'Emilia Romagna. Citiamo i primi che vengono in mente? Dalla, Vasco Rossi, Morandi, Freak Antoni, Paolo Belli e i Ladri di Biciclette, Ligabue andando per generi diversi. Senza contare la schiera di ottimi musicisti che vengono utilizzati in sala d'incisione. Sarebbe curioso analizzare le ragioni di questa nuova leadership nazionale, capire se a favorire il fenomeno è stato più il carattere regionale o la grande varietà di locali in cui è possibile esibirsi e fare esperienza oppure il gran numero di organizzatori di concerti nati e operanti in regione. E non hanno influito solo per aspetti tecnico musicali, ma anche per idee, coagulando uno spirito italiano più unitario. Restiamo ai dischi, nuovi. Ed ecco Alberto Solfrini, personaggio estroso e molto romagnolo anche nel produrre canzoni. «Solfrini al Roxy Bar» (Virgin, 1 Cd, Lp, Me) ci offre l'occasione per ripercorrerne il percorso artistico. Il nuovo disco è tutto suonato dal vivo, a quel Roxy Bar già lanciato verso la notorietà da Vasco Rossi alcuni anni fa. Questa antologia in concerto raccoglie i suoi brani migliori, evidenziando la vena ironica, polemica, sanguigna. Tra rock, jazz e mediterraneità il disco scorre piacevole. Grazie anche ai molti ritrattini, alle storie ben sintetizzate di personaggi curiosi od emblematici di una vita vissuta sull'Adriatico. Tipica è la provocatoria «Ragazzi di riviera» («Noi di riviera siamo un po' come africani però siamo sani, se non ci credi ci puoi toccare con le mani») o la polemica «Ma sei mai stato a Rimini» («Non per dieci giorni, per tre mesi sempre la stessa musica, io a lavorare tu a limonare, suonavo il baion»), l'autocritica «Bambole rotte» («Noi stampati sui muri dagli sguardi sicuri, quelli dalle mille sigarette che vanno a letto alle sette»). Poi l'erotismo grassoccio di «Giuggiola» o quello dai sapori intensi di «Rosa». Ma c'è anche l'horror nostrano e spiritoso di «Roma non ha paura del lupo», attualizzata dagli avvenimenti specie quando Solfrini canta «Roma mamma sorella capitale ferita, sarai libera dai falchi aria pulita». Un sapiente aiuto ai ritmi e all'energia musicale la offre una bella schiera di musicisti come Jimmy Villotti alle chitarre, Hengel Gualcii al clarinetto, Massimo Greco alla tromba e Paolo Caruso alle percussioni. Secondo appuntamento con un gruppo che porta un nome inglese, spiritosamente alcolico, ma sangue bolognese: i Jack Daniel's Lovers. Esordirono nell'89 con un disco tutto in inglese che vide coinvolto un bel numero di star americane: Steve Berline David Hidalgo dei Los Lobos, Lee Alien (saxofonista di Fats Domino e Little Richard), Andy J. Forrest. Ora dopo alcune difficoltà, tornano con il nuovo album «Per non crescere mai» (Wea, 1 Cd, Lp, Me). Toni meno scanzonati ma non sopito amore per il rock delle origini, aspro e divertente, aggressivo e bambino. Nove brani presentati, tutti venati dalla voglia di libertà, dal desiderio di sfuggire ai meccanismi più conformisti della vita. Un buon inizio con la bruciante canzone «Jack Daniel's Lovers per non crescere mai» e una serie di ripetizioni sulla stessa onda rock. Scende il ritmo e arriva «101 club» decisa presa di posizione d'impegno animalista. Poi una serie di riflessioni sulla condizione giovanile e altre con con riflessioni esistenziali. Un buon disco, ben suonato e ricco di temi anche musicali. Una maggiore interpretazione del cantante potrebbe conferire alle canzoni maggiori profondità. Lo stile è sempre un po' troppo basato sull'omogeneità Alessandro Rosa

Luoghi citati: Bologna, Emilia Romagna, Napoli, Rimini, Roma