Pietrasanta, in piazza tutta l'elite dei bronzi di Giorgio Calcagno

Pietrasanta, in piazza tutta l'elite dei bronzi Da Arturo Martini a Chia, Mitoraj, Poncet Pietrasanta, in piazza tutta l'elite dei bronzi Epietrasanta A capitale della scultura chiama a raccolta l'elite dei suoi sudditi. E li mette in piazza. Fino al 30 settembre Pietrasanta rimarrà un museo all'aperto, con le opere degli artisti che qui si sono venuti raggruppando da ogni Paese. A Pietrasanta hanno soggiornato, a lungo, personaggi come Moore, Brancusi, Arp. E la tradizione - che ha il più illustre antecedente in Michelangelo prosegue ancora oggi. «Possiamo calcolare che, in un raggio di dieci chilometri, operino cinquecento artisti», ci dice il professor Giuseppe Cordoni, pietrasantino, curatore dell'attuale iniziativa insieme con il gallerista Enrico Botti. Per secoli, in tutto il mondo, Pietrasanta aveva voluto dire marmo. Da qualche decennio, e con sempre più vigore, si è venuto imponendo il bronzo. La prima fonderia, nata nel 1885, ne ha generato altre sette, che hanno progressivamente raffinato la loro lavorazione, e costituiscono oggi il maggiore richiamo per gli artisti. La mostra che Cordoni e Botti hanno promosso vuole essere un omaggio anche a questa industria, così tipicamente versiliana: per qualità, la prima su piano internazionale. Le 33 opere esposte, una per artista, sono state fuse tutte in queste officine, e portano le firme più importanti. Si parte con il Sonno di Arturo Martini - una delicatissima figura femminile distesa sulla spiaggia si arriva ai nostri giorni, con la Transavanguardia di Chia e Paladino, e oltre. In mezzo, l'ammirevole Busto di Sonia di Manzù, il Ritratto di Luigi Tommasi di Lipchitz, una elaboratissima Profezia di Arnaldo Pomodoro, un astrale Luogo dei quattro punti cardinali del fratello Gio (che qui ha messo casa), una pensosa Flavia di Pietro Cascella. I due pezzi più guardati dell'esposizione sono forse Chrysalide del francese Antoine Poncet, una straordinaria stilizzazione del sesso femminile, lanciata verso l'alto, che diventa fantasia plastica, strumento musicale, sirena; e Per Adriano, del polacco Igor Mitoraj (altro pietrasantino d'adozione) che, nel suo sorriso chiuso alla parola, sembra ispirarsi alle Memorie della Yourcenar. E poi, opere di scultori danesi, tedeschi, giapponesi, argentini, cubani; sono presenti tredici Paesi. Per la Grecia c'è una donna, Sophia Vari, conosciuta anche come signora Boterò. Lui a Pietrasanta vive, lavora e affresca; ma ha qualche problema con la città. Espone lei: un Point immobile, aggrondato impasto di curve astratte, che sfida, dal basso, il rosone del duomo. Il pubblico gira curioso intorno a queste opere, nella città - unica al mondo - costruita sulla proporzione aurea. E l'arte vive, dove è nata. Giorgio Calcagno «Sonno», di Arturo Martini. E' un'opera del 1931

Luoghi citati: Grecia, Pietrasanta