Il computer e l'archetipo alla ricerca dell'astrazione

Il computer e l'archetipo alla ricerca dell'astrazione San Marino, italiani e americani presentati da Paparoni Il computer e l'archetipo alla ricerca dell'astrazione "7S I san marino L ' I è inaugurata alla Galleria d'Arte Moderna la mostra i j «Italia/America l'astrazione *J I rictefinita» (fino al 16 settembre), curata da Demetrio Paparoni, direttore della rivista Tema celeste, che da tempo si occupa della «neo-astrazione» americana.,Un'operazione nuova per noi, e fruttuosa, questa di mettere a confronto un gruppo di vaccinatissimi «pittori» americani - Bleckner, Dryer, Dona, Ellis, Halley, Heilmann, Jaudon, Lasker, Lee Marraccio, Nozkowski, Ostendarp, Reed, Row, Scully, Steir, Stephan, Taffee - e un gruppo di italiani, forse più eterogeneo e sgranato: De Maria, Bianchi, Dessi, Fortuna, Garutti, Peroli, Spalletti, Tirelli. La mostra punta agli aspetti più interessanti e inediti dell'astrazione dopo la fine delle ideologie, e indaga i canali in cui astrazione e concettualismo confluiscono, o si scontrano, a partire dalle motivazioni e dai mutamenti degli Anni 50. I giovani americani hanno guardato al Costruttivismo, all'Espressionismo astratto, al Minimalismo, per mettere in luce il loro «parterre» storico, ma poi anche se l'impostazione dei lavori è geometrica il loro significato è antitetico rispetto a quelli storici vicini all'idealismo platonico e cartesiano. Su queste opere si intravedono sovente le forme delle prigioni metropolitane ma anche un colore con valenze giocose. Dice Halley, uno dei teorici più lucidi di questa tendenza, parlando delle sue opere: «Qui il quadrato idealista diventa la prigione. La geometria viene palesata come segregazione». Un'altra caratteristica che lega questi artisti alla realtà è la loro capacità di guardare agli strumenti dell'informazione (fotografie, video, film, microchip) e di trarne i segni di un codice, magari informatico, che riescono a disinnescare e a far diventare poetico. Ciò vale anche per l'italiano Domenico Bianchi. Una luce metafisica rende le opere di Bianchi, di Dessi e di Tirelli sottilmente spirituali, in grazia di archetipi. Gli americani poi non rinunciano alla pittura del Rinascimento, citano volentieri Leonardo, Tiziano, Rembrandt, Goya, Caravaggio, Velazquez, Michelangelo, e poi anche Monet, Matisse. Se complessivamente il plotone americano è più ricco di stimoli, di pimti di stacco concettuale rispetto alle avanguardie storiche, cionondimeno gli italiani risultano più legati ad un lavoro in cui tracce di segni anche figurali si intrecciano a un sentire mediterraneo, sensuale, che aspira a una sottile spiritualità, che nasce dalla presenza, o dalla necessità, di pensare il divino, ovvero l'inimmaginabile. Marisa Vescovo Lydia Dona «Untitled i» del 1991 olio-acrilico su tela

Luoghi citati: Italia, San Marino