«Farò a Orlando la guerra di Bossi» di Francesco La Licata

E' l'urbanista Di Cristina che ha lasciato il psi dopo la valanga di Tangentopoli E' l'urbanista Di Cristina che ha lasciato il psi dopo la valanga di Tangentopoli «Farò a Orlando la guerra di Bossi» Palermo, il leghista del Sud studia da sindaco ROMA. Una delle sue solite provocazioni? Una cosa seria? La candidatura (ma forse è ancora un'autocandidatura) di Umberto Di Cristina, docente di urbanistica, tra le file di Bossi fa discutere. Sono in pochi a credere che, a Palermo, nel cuore dell'impero di Leoluca Orlando - dove nessuno vuole accettare la sfida con il leader incontrastato della Rete la Lega possa affidare le sue sorti ad un personaggio non esattamente estraneo all'«Ancien regime». Lui, il professore, tuttavia rilascia dichiarazioni che fanno intendere che «è cosa fatta». E l'ansia di riciclarsi lo fa andare oltre: «Per me Bossi rappresenta il nuovo. Del resto - ha detto ai settimanali - io abbandonai il partito socialista dieci anni fa con una polemica rottura perché intravedevo già il marcio che poi è venuto fuori con Tangentopoli». Vero, tranne il fatto che la lettera di addio al psi è datata 1992. Il senatore Bossi, interrogato sulle candidature della Lega al Sud e sulla strategia per «conquistare» anche il Meridione, risponde di non avere ancora le idee chiare. Su Di Cristina non spende più di qualche parola, asserendo di non conoscere il personaggio: «E comunque decideremo non prima del 10 settembre, dopo aver ascoltato i segretari regionali». E allora? Una replica dal prof. Di Cristina è, per ora, impossibile. Si trova in Francia, in vacanza insieme con la sua compagna, Domitilla Alessi. Ma come si spiega la trasformazione di un intellettuale, mai uscito, in passato, dai confini della sinistra, ed ora approdato in una formazione che a Palermo non riscuote certamente oceaniche adesioni? C'è chi maliziosamente ipotizza l'eventualità di una candidatura tacitamente sostenuta dalla de di Alessi. Chi, Alberto il giovane? Non esattamente. Secondo gli osservatori palermitani Alberto Alessi insegue da tempo Luigi Cocilovo, della direzione nazionale Cisl, per farne il candidato «anti-Orlando». Ma il sindacalista oppone resistenza, come hanno resistito in tanti: lo scontro con Orlando non si accetta a cuor leggero. Il vecchio Alessi - semmai maggiorente e patriarca de, forse potrebbe avere interesse ad occupare eventuali spazi elettorali dirottabili verso le tematiche leghiste. «Non so se la questione possa riguardare il caso Di Cristina - dice Vito Riggio, sottosegretario alla Protezione civile - ma nell'area democristiana, tranne il rinnovamento di Mattarella, c'è un problema. Dove andranno le legioni? Certamente non a sinistra, né potranno confluire su Alleanza democratica. Almeno non i quadri alti. La Lega potrebbe rappresentare una chance, d'altra parte rrìi pare che questa - cioè il tentativo di raccogliere ciò che resta delle ceneri del sistema appena sgretolato - sia l'esperienza che Bossi sta tentando in tutto il Mezzogiorno. Che faranno le teste decapitate della vecchia compagine?». Umberto Di Ostina, comunque, sembra il personaggio più adatto per questa ennesima provocazione. La sua storia personale e professionale è piena di «gesti eclatanti», di repentini cambiamenti, di spunti provocatori ma anche intelligenti. Ora che ha manifestato la sua fede leghista, non sono pochi, a Palermo, a trovarlo simile ad un altro personaggio eccentrico, Philip Daverio, neoassessore alla cultura del sindaco Formentini. Il papillon, le giacche pimpanti, i grandi cappelli, per la verità, il prof. Di Cristina li ha sempre sfoggiati. Come le belle macchine «cabriolet»; dalla Dino Ferrari di qualche anno fa, alla Morgan, alla più recente Saab. Il suo studio professionale è tra i più affermati di Palermo e molti progetti importanti, come il Pa¬ lazzo dei Congressi di Agrigento, porta la sua firma. Anche la sua compagna - Domitilla Alessi, figlia del senatore de - è un personaggio noto. La sua libreria, «Novecento», è un punto di riferimento culturale. La signora ebbe un ruolo, per esempio, nella venuta a Palermo di Jorge Louis Borges. Anzi, fu proprio Domitilla che accolse il maestro, offrendogli una rosa. A Palermo Di Cristina è famoso per le sue «provocazioni». Quando fu presidente dell'Azienda municipale per la raccol- ta dei rifiuti (pentapartito Orlando) si inventò gli «operatori ecologici» al posto dei netturbini, la parola «nettezza urbana» lasciò il posto all'«igiene ambientale» e si ricorse ad un grande sarto per disegnare le nuove divise. Per invogliare i cittadini a depositare i rifuti nei cassonetti, si inventò uno slogan che si prestò a qualche equivoco: «Per favore mettilo dentro». A proposito dei sovrintendenti che difendono il patrimonio ambientale dagli architetti troppo «disinvolti», scrisse un articolo per dire che anche Fidia, ideando il Partenone, sarà stato accusato di voler sfregiare la collina. L'autorizzazione gli arrivò dall'amministratore dell'epoca che abbiamo assolto perché si chiamava Pericle. Le tangenti? Già alcuni anni fa Di Cristina aveva provocatoriamente proposto di legalizzarle. Come i divieti di sosta, visto che nessuno li rispetta. Insomma, con l'intransigenza leghista il professore non dovrebbe incontrarsi tanto. Ma chissà, nel nuovo ci può stare anche lui. Francesco La Licata Personaggio noto per i gesti clamorosi ribattezzò i netturbini «operatori ecologici» Qualcuno vede dietro l'operazione lo zampino della de che non ha candidati in grado di opporsi al carisma di Leoluca Umberto Di Cristina, candidato sindaco sopra Leoluca Orlando (Rete)

Luoghi citati: Agrigento, Francia, Palermo, Roma