«A giorni la pace tra Israele e Olp»

Arafat strappa il sì aU'Organizzazione palestinese sull'autonomia di Gaza e di Gerico Arafat strappa il sì aU'Organizzazione palestinese sull'autonomia di Gaza e di Gerico «A giorni la pace tra Israele e Olp» Sconfitta a Tunisi la linea estremista del «tutto e subito» Gerusalemme confenna: vicino il reciproco riconoscimento TUNISI. Alla notizia-bomba da Gerusalemme, dove il governo Rabin ha in sostanza confermato che Olp e Israele già trattano e stanno per riconoscersi formalmente, ha fatto riscontro un altro clamoroso «sì» da Tunisi: il leader dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina, Yasser Arafat, ha vinto il braccio di ferro contro gli oppositori interni, e il Gomitato esecutivo del gruppo ha dato via libera ai negoziatori palestinesi sulla proposta israeliana Gaza-Gerico. Battuti i fautori del «tutto e subito», che contestavano la sua leadership come troppo arrendevole verso il nemico sionista e volevano respingere accordi parziali, ieri Arafat ha dichiarato che «la causa palestinese è sulla soglia di una svolta storica». Ieri sera i cinque membri della delegazione erano già in volo per Washington. L'Olp ha peraltro accompagnato al suo sì al piano di pace alcune condizioni: la principale è il riconoscimento da parte israeliana che l'amministrazione palestinese a Gaza e Gerico sarà solo «un primo passo» verso l'applicazione «nella loro integrità» delle risoluzioni 242 e 338 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, che prevedono il ritiro israeliano da tutti i territori occupati. Quanto al problema del reciproco riconoscimento, «noi non abbiamo problemi perché nel 1988 l'Olp ha già riconosciuto il diritto di Israele alla sua esistenza - ha detto un collaboratore di Arafat -. Ora tocca a loro». Così Arafat ce l'ha fatta, nonostante questa volta avesse di fronte la più agguerrita opposizione che lo abbia sfidato in un quarto di secolo di leadership dell'Olp. E' prevalsa la politica dei piccoli passi contro l'ala più radicale che chiedeva nulla di meno che un accordo totale e definito subito. Quello che viene definito un progetto pilota di autonomia, da sperimentare nella striscia di Gaza e nella città cisgiordana di Gerico, è passato nel Comitato esecutivo dell'Olp quando si è avuto notizia del positivo esito dell'incontro del ministro degli Esteri israeliano Simon Peres con il segretario di Stato americano Warren Christopher (Clinton ha detto di essere «pieno di speranza» per la prossima sessione dei colloqui di Washington). E sebbene Arafat fosse in minoranza nel Comitato, la sua posizione ha finito col prevalere. In effetti i tre giorni di discussione al Comitato esecutivo sono stati infuocati e il dibattito si è concluso senza una votazione. Che la maggioranza dei presenti fosse contraria all'offerta israeliana di autonomia palestinese a Gaza e Gerico viene però taciuto dal comuni-cato finale, il quale sposa invece in pieno le tesi di Arafat. Ma la decisione non è stata digerita dalle componenti dell'Olp esterne ad al-Fatah, il gruppo di Arafat. Il portavoce dell'organizzazione radicale denominata Fronte democratico per la liberazione della Palestina, Taysser Khalid, ha detto che l'accordo «è una frode. Non potremo mai accettare un condominio di potere con le forze di occupazione» dello Stato ebraico, che rimarrebbero in una parte della Cisgiordania. «Restiamo a mani vuote, esattamente come eravamo quando ci siamo seduti per la prima volta al tavolo delle trattative». Mentre ancora più minacciose sono le affermazione che vengono dall'organizzazione integralista Hamas: il portavoce dei deportati palestinesi nel Sud del Libano, Abdel Aziz Rantisi, ha dichiarato che il movimento di resistenza islamica saboterà l'accordo tra Israele e Olp perché «si tratta di un accordo proibito dal punto di vista dell'Islam, in quanto priva i palestinesi di Gerusalemme e della moschea di al-Aksa». Hamas farà tutto il possible per far fallire il piano di autonomia di Gaza e Gerico, ha minacciato Rantisi, «ma senza spargimento di sangue». Inoltre, il riconoscimento dell'Olp e quindi del suo ruolo quale rappresentante unica del popolo palestinese - ha ricordato una fonte palestinese a Damasco - non sarà gradito al regime siriano. Qualora si realizzasse l'intesa territoriale, an- che se legata a una soluzione dell'intero contenzioso palestinese, la Siria vedrebbe svanire la sua aspirazione di egemonizzare il negoziato che a suo avviso deve contemplare una soluzione globale del conflitto mediorientale, senza accordi separati. Quanto alla Giordania, l'altro Paese arabo seduto al tavolo delle trattative, Amman teme che l'intesa bilaterale Olp-Israele segni la fine di ogni legame con la Cisgiordania e la perdita definitiva delle moschee di Gerusalemme, delle quali re Hussein rivendica la custodia per privilegio dinastico. I governi di Damasco e Amman, e la loro stampa ufficiale, hanno rimarcato preoccupazioni e richiami al coordinamento «unitario e solidale» delle posizioni arabe, avvertendo che «Arafat non ha consultato i suoi partner arabi». [e. st.] J \J \, IUO ttOltt Clinton entusiasta «Sui prossimi negoziati di Washington sono pieno di speranza» Ma gli islamici annunciano «Pronti a sabotare qualsiasi accordo» a linea estremista del «tutto e subito» T j^aLCHT- ~1 enna: vicino il reciproco riconoscimento nemici della race j / Gommami Li ■■.■■■i al I RABBINI DEGLI I I IL FRONTE I , . I I DEPORTATI I , I ÌLLÌKUD I INSEDIAMENTI 7 ST PALESTINESE DI \ 7 • ST PALESTINESI DI [OPPOSIZIONE 7 DI COLONI < > HABBASH [FPLP] < > HAMAS < > EBRAICA DI DESTRA] < ■ 1—4J3 L-à ——— UIC IUICI IDC A77ADhATC "Al ICCT'A/TADnn C I IMA »CAÒC4,lr\ fM TI ITTY-k nei ACCI lOrv^i DAQIKI "LE MISURE AZZARDATE.E FOLLI DEL GOVERNO RISCHIANO Di'" SPACCARE LA NAZIONEV-D'ISRAÉLE FINO ALLA GUERRA CIVILE" ' "QUEST'ACCORDO E' UNA FRODE. NON POSSIAMO ACCETTARE UN \ CONDOMINIO DJ POTERE XON LE FORZE DI 'OCCUPAZIÓNE DELLO / EBRAICO" ' E L'IRAN E GLI HEZBOLLAH LIBANESI "FAREMO DI TUTTO PER SABOTARE QUEST'ACCORDO, PROIBITO DALL'ISLAM, / CHE FERIVA ì PALESTINESI DI GERUSALEMME E DELLA MOSCHEA DI AL-AKSA" ./ due GIÓRNI FA GLI AYÀTOLLAr/HANNÓ / RESPINTO L'IDMWIALOGARE/NON^ SQlO con ISRAELE, MA^PbRSlftO ' con l'amebica. gli heb0uah /<■•■/ prendono Ordini da loro /./ ',/ / w / L'IRAQ DI SADDAM HUSSEIN E LA LIBIA DI GHEDDAFI NEMlCIGIURATI DELL'"ENTITÀ' SIONISTA", I DUE PAESI SONO PERO' STRANGOLATI / DALIE SANZIONI / E RIDOTTI ALL'IMPOTENZA ,"E' ASSURDO. RABIN • E PERES SALVANO L'OLP, SULL'ORLO DELLA:;-. DISSOLUZIONE, ^CONSEGNANDOGLI SLT UN PIATTO D'ARGENTO UNO^STATO CHE-SARA1 NOSTRO NEMICO" X ^ \ LA SIRIA DI ASSAD NON RIFIUTA UN ACCORDO CQN : ISRAELE IN VIA DI PRINCIPIO, E INFATTI \ PARTECIPA ALLE TRATTATIVE-, DÌ WASHINGTON, MÀ^RÈSPINGE LA PACE SEPARATA ISRAÈLE-GIP \ li s^^mb ^^^^^W^È fP'/t*' **>*>\ "f^^M ; ■ \ ^jBB >/ ÌTlMi $^Y<'U ' ■■Mi ';^i:fmtM \Sv< ,s 1 J ■HH Il leader dell'Olp Arafat ancora una volta è riuscito a controllare i falchi, ma contro la speranza della pace sono pronti a scendere in campo forze potenti sia tra i palestinesi sia tra gli israeliani