Venaria supera Ronchey di Maurizio Lupo

Volontari risanano campana storica con gli incassi di 4 mesi Volontari risanano campana storica con gli incassi di 4 mesi Venaria supera Ronihey La reggia investe gli utili in restauri La campana che nel 1747 salutò a Venaria Reale il trionfo delle truppe piemontesi, vittoriose contro i francesi alla battaglia dell'Assietta, è tornata a suonare sulla rinnovata torre dell'orologio della reggia voluta da Carlo Emanuele II nel 1659. A restituirle la voce è stata l'Avta, l'«Associazione Venariese Tutela Ambiente» presieduta da Gianfranco Falzoni (telefono 011/496726). Riunisce i volontari che hanno adottato la residenza e che dal 1990 disinteressatamente si sono assunti gli oneri di gestione che ne consentono la visita. Per risanare la campana, l'orologio sottostante e la loggia che li accoglie hanno messo a disposizione dieci milioni. E' solo una briciola in confronto ai miliardi che la Soprintendenza ai Beni architettonici sollecita a Roma per restituire la residenza all'antico decoro. «Ma quei pochi milioni - osserva Falzoni - acquistano un valore degno di riflessione se si considera che sono il frutto dei biglietti d'ingresso pagati dai visitatori venuti alla reggia negli ultimi quattro mesi». Di fatto è la prima rapida applicazione in Piemonte della «dottrina Ronchey», che vuole reinvestire direttamente gli utili prodotti da un bene culturale per migliorare quello stesso bene. L'Avta ha concepito un originale sistema d'autonomia amministrativa a vantaggio della reggia. «D'intesa e su indicazione della Soprintendenza e dell'Intendenza di Finanza - spiega Falzoni - abbiamo istituito da pochi mesi un biglietto d'accesso al castello. Costa 5 mila lire. Vale quale iscrizione giornaliera all'Avta e offre copertura assicurativa ai visitatori. Il ricavato è integralmente riversato in un "Fondo promozione del restauro del Castello di Venaria Reale", creato parallelamente all'istituzione del biglietto, per poter raccogliere anche offerte. E' una novità assoluta». Il fondo intende così affiancarsi all'opera dello Stato, che per Venaria Reale finora ha messo in conto oltre 18 miliardi, 16 dei quali finanziati e quasi 10 spesi per risanare solai, coperture, fogne, per installare due caldaie e l'impianto di riscaldamento, restaurare stucchi, ripristinare il pavimento del torrione Ga- roviano Ovest, costruire le terrazze ai lati della Galleria di Diana e provvedere a nuovi infissi. «Attendiamo altri fondi Fio - dice Giorgio Fea, direttore del castello - ma intanto l'opera meritoria di questi volontari indica a tutti un metodo per contribuire attivamente alla ricostruzione dei nostri monumenti». Grazie all'Avta ha ripreso a ticchettare anche l'orologio sottostante la campana. La prima torre campanaria fu progettata nel 1670 da Amedeo di Castellamonte sul loggiato del cortile d'onore. Fu danneggiata dalle truppe francesi di Catinat nel 1693 e dall'assedio di Torino del 1706. A seguito degli interventi compiuti sulla reggia dagli architetti Michelangelo Garove, Filippo Juvarra e Benedetto Alfieri, nel 1739 l'architetto Antonio Maria Lampo spostò la torre dov'è oggi: sul portale d'ingresso, in precedenza sovrastato da un grande cervo, simile a quello che si ammira ancora sulla palazzina di caccia di Stupinigi. Nel 1740 il «nuovo pavillon» con campana e orologio a contrappesi era compiuto. Sette anni dopo salutò con le campane di Torino il trionfo dell'Assietta. Scandì il tempo fino al 25 aprile 1945, quando un colpo di cannone dei tedeschi in fuga lo fermò. Ebbe ancora un sussulto di vita dal 1976 al 1983, grazie a riparazioni offerte «Dall'associazione marinai d'Italia» di Venaria. Poi tacque di nuovo fino ai lavori appena conclusi. Maurizio Lupo . - A sinistra la splendida galleria di Diana; a destra la rinnovata torre dell'orologio, dal 1740 sovrasta l'ingresso della Reggia

Persone citate: Antonio Maria Lampo, Benedetto Alfieri, Carlo Emanuele Ii, Falzoni, Filippo Juvarra, Gianfranco Falzoni, Giorgio Fea, Michelangelo Garove, Ronchey