Sfiorato il podio due volte
Sfiorato il podio due volte Sfiorato il podio due volte Michela Fanini al quarto posto Bertolini la imita fra i dilettanti OSLO. Gli azzurri hanno sfiorato il podio due volte, nella giornata che ha preceduto la corsa più attesa, quella che oggi concluderà la rassegna iridata: Michela Fanini si è piazzata quarta nella corsa femminile, Bertolini l'ha poi imitata fra i dilettanti. Il piazzamento della Fanini, all'esordio nella mischia iridata, è risultato già di per sé soddisfacente, ma lascia anche spazio a qualche rimpianto: l'azzurra infatti è rimasta chiusa nella volata ingaggiata dietro le due «super» Van Moorsel e Longo, che si sono giocate la vittoria in una sfida a testa in cui ha prevalso l'olandese. Il quarto posto di Bertolini costituisce invece una delusione, tanto cocente quanto inaspettata. Il suo carattere bislacco stavolta non lo ha frenato né condizionato. Al contrario, ieri il campione tricolore è parso ben ispirato e motivato. E' stato sempre in prima fila, ha attaccato a ripetizione, è stato l'ispiratore, sull'ultima salita della giornata, della fuga che ha deciso la corsa. Con lui hanno preso il largo due lituani, un tedesco, un ceko e un americano (che però si è presto arreso). Nel quintetto che s'è presentato al traguardo per disputarsi il campionato del mondo dilettanti, Bertolini era potenzialmente il più forte e veloce. Tanto più forte da indurre gli altri azzurri, che avevano controllato la corsa in ogni sua fase, ad attuare l'ultima mossa strategica: stoppare qualsiasi tentativo di rincorsa. Sotto l'aspetto tattico, una mossa azzeccata, nella certezza che Bertolini fosse il favorito tra i fuggitivi; in pratica, alla luce dell'esito della corsa è ri¬ sultato, invece, un gesto autolesionistico. Perché, per attuare quel catenaccio, gli azzurri hanno tenuto imprigionato anche Radaelli, che poteva essere l'arma per concretizzare con la conquista della maglia iridata l'eccezionale lavoro fornito dalla squadra nell'arco della giornata. Radaelli, infatti, oltre ad essere veloce come Bertolini, aveva in serbo energie e freschezza da spendere. Ma come facevano a sapere Scinto (quanta generosità agonistica!) e compagni che Bertolini era in riserva e non avrebbe potuto farsi valere nello sprint che valeva la maglia iridata? Così la squadra azzurra ha perso il campionato del mondo dopo averlo dominato. Una delusione che si sarebbe potuta evitare facendo affiancare Bertolini da un altro azzurro. Ma questo è il senno di poi. Per la rivincita, bisognerà aspettare Capo d'Orlando, l'anno prossimo. Per adesso bisogna soltanto prendere atto che a vincere è stato il tedesco Ullrich dinanzi al lituano Ozers e al ceko Tesar, che hanno conquistato le altre due medaglie. Angelo Paoli
Luoghi citati: Oslo
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