Il riso è pronto a battere il record di Gianfranco Quaglia

La campagna al via, mentre in Europa cresce la domanda per il cereale italiano La campagna al via, mentre in Europa cresce la domanda per il cereale italiano Il riso è pronto a battere il record Raccolto da primato e di ottima qualità MILANO DAL NOSTRO INVIATO Sarebbero 240 mila gli ettari (24 mila in più rispetto allo scorso anno) e la produzione prevedibile è di 1.450.000 tonnellate (nel 1992 fu di 1.343.000). Con questi dati, che testimoniano il record storico, fra qualche settimana decollerà il raccolto del riso concentrato nelle province di Pavia, Vercelli e Novara. La culla della risicoltura italiana ed europea è una fascia giallo pastello quasi uniforme: i confini, un tempo ristretti a parte del Piemonte e della Lombardia, ormai si sono dilatati. Merito degli ottimi prezzi praticati durante l'ultima campagna di commercializzazione, che hanno spinto gli agricoltori a investire. E delle decisioni della Cee, la quale finora ha stralciato il riso dai provvedimenti per contenere i seminativi dei cereali. Soprattutto in provincia di Pavia molti agricoltori hanno abbandonato soia e mais, per buttarsi a capofitto sulla coltivazione risicola. I tecnici dell'Ente Nazionale Risi confermano che anche sotto il profilo meteorologico è stata un'annata abbastanza positiva, se si escludono alcuni episodi di grandine che a luglio hanno compromesso il raccolto su 4500 ettari nelle province di Novara e Vercelli. Ma il clima di agosto ha recuperato bene: il caldo ha favorito la fioritura e il ciclo vegetati- vo. Il vicedirettore dell'ente, Roberto Magnaghi, preferisce però essere cauto e parla ancora al condizionale per non essere smentito da improvvisi colpi di coda meteorologici: «La resa per ettaro potrebbe aggirarsi attorno alle 6,2 tonnellate, più o meno come quella dello scorso anno. L'andamento climatico è buono, ma è meglio se al troppo caldo seguirà un graduale abbassamento della temperatura. Dovrebbe essere un bel raccolto, anche se non eccezionale. Comunque sia - aggiunge Magnaghi - l'aumento di produzione ci sarà». L'unica per¬ plessità riguarda l'incremento della superficie. Secondo Bruxelles l'Italia ha raggiunto i 240 mila ettari; per l'Ente Pisi siamo passati da 216.000 a 230 mila. «Il nostro dato emerge da un sondaggio condotto fra 6762 aziende del settore». Intanto i magazzini sono vuoti, le giacenze inesistenti e alcune industrie risiere di trasformazioni inattive da oltre un mese. Anche questi sono altri segnali positivi, la spia di un andamento che dovrebbe favorire l'avvio del prossimo mercato. Cresce la domanda di riso, non solo nel nostro Paese (la produzione prò ca¬ pite è in aumento) ma in tutta Europa dove l'Italia gioca ogni anno la grande carta dell'esportazione. E ancora una volta, secondo quanto conferma Giuseppe Rosso, presidente del Comitato interprofessionale risicoltori italiani, dovrebbe essere la Spagna a darci una mano, come già è accaduto lo scorso anno. Per la grande siccità i risicoltori spagnoli, concorrenti diretti dei produttori italiani, hanno praticamente dimezzato la coltivazione passando da 83 mila ettari a 48.000; così in Portogallo, dove si è scesi dai 16.658 ai 10 mila ettari. Allo stesso tem¬ «Indica» richiesta po in Italia la varietà (origine subtropicale, dai consumatori e particolarmente prodotta nella penisola iberica) ha raggiunto i 32 mila ettari (sempre dati Cee). A conti fatti il consumo del mercato interno spagnolo e portoghese dovrebbe essere coperto dalla maggior produzione della Pianura Padana. Agricoltori e ristoratori già lo prevedono: la «paella» valenciana sarà cucinata con riso proveniente dall'Italia. Ma non sarà soltanto la Spagna a risolvere gli eventuali problemi di eccedenza di casa nostra. L'Europa è deficitaria rispetto alla richiesta: quest'anno, malgrado il grosso incremento italiano e quelli più contenuti di Grecia e Francia, la superficie complessiva è di 339 mila ettari contro i 352.000 del '92. Quindi una produzione prevedibilmente inferiore, determinata dagli effetti climatici che hanno investito la Spagna. In questo gioco di cifre e prospettive di mercato i coltivatori italiani stanno spingendo al massimo, occupando le posizioni perse dagli altri. Non solo, puntando su quelle varietà - come l'«Indica» - che i consumatori richiedono maggiormente perché più resistenti alla cottura e al tipo di alimentazione europea che vuole il riso elemento di contorno dei piatti unici. Gianfranco Quaglia SUPERFICIE INVESTITA A RISO IN EUROPA (DATI CEE) In ettari TOTALE 1992 352.035 ITALIA SPAGNA FRANCIA PORTOGALLO GRECIA SUPERFICIE INVESTITA A RISO IN EUROPA (DATI CEE) In ettari

Persone citate: Giuseppe Rosso, Magnaghi, Pisi, Roberto Magnaghi, Spagna Francia