A.A.A Mezzo mondo Vendesi di E. F.

Privatizzazioni. Come gli Stati reclamizzano i loro beni Privatizzazioni. Come gli Stati reclamizzano i loro beni A.A.A. Mezzo mondo Vendesi CHE la pubblicità sia l'anima del commercio non è scoperta di ieri: da sempre, o meglio da quando esistono sistemi di comunicazione destinati a larghe masse di utenti, il messaggio pubblicitario è una costante del business. Dal detersivo all'automobile, dal telefono cellulare alla telefonata hard core: c'è soltanto l'imbarazzo della scelta. Chi deve vendere, lo fa sapere con un'informazione che investe giornali, radio, tv, manifesti murali, comunicati spediti per posta o via fax. Viviamo oggi, e non soltanto in Italia, un grande processo di rinnovamento nel quale la parola d'ordine pare una soltanto: privatizzare e vendere. I governi dismettono le loro aziende, lo Stato abdica un ruolo industriale nel quale era entrato in tempi più o meno recenti e dal quale nella maggior parte dei casi non aveva tratto grandi profitti. E così, testimonianza anche questa del tempo che cambia, l'elenco dei «consumatori» di messaggi pubblicitari si arricchisce di un nuovo soggetto: appunto lo Stato, che ricorre ai media per mettere in bella mostra la sua merce. Beneficiari di questa ondata di offerte sono soprattutto i grandi giornali economici internazionali. Come il «Financial Times» che nei primi quindici giorni d'agosto ha ospitato un ventaglio di proposte, con maggiore o minore evidenza grafica a seconda delle disponibilità economiche dell'inserzionista. Una autentica mappa, se vogliamo anche in chiave politica, di come sta andando la campagna di privatizzazioni in corso nel mondo. C'è di tutto, quasi come all'asta degli oggetti smarriti. L'Egitto, ad esempio, si vende - oltre al «Cairo Sheraton hotel, towers e casinò» - lo storico Oberai, un albergo costruito nel 1800 sull'isola Elefantina, ad Assuan, «rifugio» di principi e regine, di viaggiatori illustri alla ricerca dei misteri del Nilo. L'Ungheria è particolarmente attiva sulle pagine del «Financial», ma le sue dismissioni non sono «nobili»: si cercano acquirenti per un'industria meccanica ed una alimentare, la Mofem e la Papa meat Co. La Grecia si tiene i suoi storici ed offre il pacchetto azionario di controllo della società mineraria Mevior e le attività della società cooperativa per la lignite di Kymi. Come l'Italia, che è ricorsa al giornale inglese per Enirisorse (gruppo Eni), per l'I taliana Coke e per la Unicoke. Londra non vuole più la cassa di risparmio dei dipendenti delle ferrovie, il Messico vuol affida re ad altri i servizi di dragaggi dei porti, Cile e Venezuela cercano privati per tre grandi so cietà elettriche. Dall'elenco non manca nemmeno l'Africa: il Mozambico fa la parte del leone, ed in un unico annuncio mette sul mercato una decina di società che vanno dalla meccanica all'alimentazione, dal cemento al tessile. [e. f.]