Polvere di stelle per la nuova Punto di Michele Fenu

10 Martedì debutto in grande stile della berlina Fiat: la risposta alla crisi dell'automobile Polvere di stelle per la nuova Punto In vendita a novembre TORINO. Arriva la Punto. E forse mai c'è stata tanta attesa per una nuova auto. Martedì Paolo Cantarella, amministratore delegato di Fiat Auto, la presenterà al Lingotto: un debutto da vedette, intorno una città che viene coinvolta nell'avvenimento. Quasi una festa: due settimane di spettacoli e mostre, con artisti e uomini di cultura. La vettura sarà poi esposta al Salone di Francoforte e messa in commercio ai primi di novembre in Italia, Francia e Germania. La Punto, in realtà, non è soltanto un'auto nuova. E' una scommessa di vitale importanza per la Fiat (il segmento delle vetture «compatte» costituisce il 40% delle sue vendite); l'occasione per scuotere un mercato in grave recessione e aiutare l'intero Sistema Italia in un anno difficile; un simbolo dell'imprenditorialità e del lavoro italiani. Al riguardo, i sindacati, che guardano con molto interesse alla presentazione di martedì, definiscono la Punto come «il frutto di una comune sfida». E aggiungono: «L'evento è una grande occasione di rilancio non solo per l'azienda ma anche per il destino dell'intero settore auto». La Punto rientra in quel piano di investimenti e rinnovo della gamma (40 mila miliardi, 18 modelli) con cui la Fiat sta affrontando gli Anni 90. Tra prodotto e impianti costa 5.600 miliardi: una cifra record nella storia del gruppo, una cifra che, meglio di tante altre, dà un'idea dello straordinario impegno profuso. E già, perché per vincere la scommessa e mirare all'Europa era necessario gettare sul tappeto una carta eccellente. «E' una vettura frutto di scelte meditate. Non abbiamo lasciato nulla al caso», dicono in Fiat. Con una premessa: la Punto è un'auto «pensata» per gli europei, tant'è vero che per la prima volta una Fiat viene commercializzata in contemporanea anche in Francia e Germania e che nei piani di Cantarella circa il 50% della produzione sarà venduto all'estero. Ecco una vettura brillante e personale secondo i gusti italiani, ma anche sicura ed ecologica, come Germania comanda, armoniosa ed equilibrata come vuole la Francia. «Ad esempio - ha anticipato Cantarella -, la posizione di guida è più alta e meno distesa rispetto alle nostre tradizioni». Un ruolo importante sarà anche giocato dall'ampio numero di versioni: una base centrale e varianti su misura per ogni Paese. L'elemento più rilevante della Punto è nel matrimonio tra la grande esperienza Fiat nel campo delle «compatte» e la rivoluzione concettuale che sta alla sua origine. Perché la Punto è nuova non solo come prodotto i ma anche come frutto di un si' stema di progettazione innovativo e come oggetto industriale. La Punto è nata in appena tre anni. Una gestazione cominciata nel marzo 1990 attraverso il primo gruppo interfunzionale di Simultaneous Engineering, ovvero di progettazione in simulta- nea. Che vuol dire? Rispondono in Fiat: «Fare le cose giuste insieme, trovare il miglior compromesso tra le diverse soluzioni con un obiettivo preciso e irrinunciabile, quello di operare ogni minima scelta in favore del cliente». In altri termini lo svolgimento del lavoro creativo, aiutato dai computers, non è più avvenuto in senso verticale, tra settori diversi dell'azienda, ma in maniera tra sversale, con tutti gli specialisti radunati in uno stesso luogo, a Mirafiori. Progettisti, esperti di marketing, uomini dell'industrializzazione, rappresentanti dei fornitori (che diventano partners tecnici), carrozzieri, specialisti della sperimentazione. Un team di 300 persone guidato da Cantarella. Nel carnet alcuni obiettivi prioritari: qualità insita sin dall'inizio, sicurezza molto accentuata, anche a livello visivo, prestazioni elevate, contenuti tecnologici superiori alla media, uno stile moderno ma personale, capace di trasmettere un senso di robustezza e solidità. Un prodotto molto market oriented, che ha preso in considerazione i valori vincenti in un'auto. E la sperimentazione (6 milioni di km), con il nuovo sistema di team, ha affrontato e risolto in tempi rapidi ogni problematica. Infine, l'oggetto industriale. Anche la vettura più affascinante deve esser costruita in maniera impeccabile e, nello stesso tempo, dare redditività all'azienda. Ed ecco Melfi, che fonde uomo e automazione e che si ispira al concetto di produzione «just in time»: niente scorte, niente magazzini, linee di montaggio alimentate in tempo reale. Melfi, costruito in due anni, è l'esempio-tipo della fabbrica integrata: un concetto già introdotto dalla Fiat a Mirafiori e Termini in sostituzione degli schemi tradizionali. Ma a Melfi si è partiti da zero, sfruttando all'origine tutte le possibilità organizzative, gestionali e procedurali. Come si svilupperà la produzione della Punto? Si parla, a regime, di 650-700 mila unità all'anno (60 mila nel '93, 450 mila nel '94). Mirafori è già partita, la linea di Termini entrerà in funzione a fine dicembre, a Melfi si awierà fra breve una pre-serie. Il via in gennaio: la cadenza produttiva salirà man mano per arrivare a 800 unità al giorno entro dicembre e poi crescere nel '95, fino ad attestarsi a quota 1600 per un totale di 450 mila vetture all'anno (ma Melfi non sarà riservato solo alle Punto). Aspettando il D-Day si percepisce in Fiat l'ansia del debutto. Ma anche un forte orgoglio: per il lavoro compiuto e per il fatto che i frutti dello stesso cadranno anche sui modelli attuali (tecnologie produttive) e su quelli futuri. «Lasciamo al cliente la gioia di scoprire com'è fatta e come va la Punto», dicono con un sorriso. Michele Fenu inomziorrirare tra listi o, a ti di nduanti parspeone. dato ttivi dalcenpre tecedia, nale, enso pronted, one i E la i di a di to in ica. riale. nananieesso

Persone citate: Cantarella, Paolo Cantarella