Gli arabi contro Arafat: ci hai traditi

Ma andranno lo stesso ai colloqui di Washington. A Tunisi continua il «processo» al leader Ma andranno lo stesso ai colloqui di Washington. A Tunisi continua il «processo» al leader Gli arabi contro Arafat: ci hai traditi Siria e Giordania, no a paci separate BEIRUT. «Caro Yasser, ci hai ingannati. Hai firmato una pace separata con Israele, senza dirci nulla». Non bastavano le divisioni interne, ora il vecchio capo dell'Olp viene messo sotto accusa anche dagli alleati arabi. Libano, Siria e Giordania gli rimproverano il sì all'intesa con Israele: ritiro delle truppe da Gaza e Gerico e amministrazione affidata ai palestinesi. Ma dopo due giorni di confronto, i ministri degli Esteri di Libano, Siria e Giordania e il responsabile della politica estera dell'Olp hanno annunciato ufficialmente che i delegati arabi andranno ugualmente a Washington per la tornata negoziale che inizierà martedì. Le consultazioni di Beirut erano cominciate con l'impegno ad appianare le divergenze, ma il comunicato finale è piuttosto vago, riafferma il principio dello scambio fra la pace e i territori, esorta ancora una volta l'amministrazione americana ad assumere maggiori responsabilità nel processo negoziale e invita i paesi arabi ad aiutare l'Olp a superare la crisi finanziaria in cui si dibatte. Neppure un accenno alle prospettive del negoziato e all'accordo che palestinesi e israeliani avrebbero concluso per l'amministrazione autonoma di Gaza e Gerico. Secondo fonti di Beirut, i rappresentanti siriani e giordani non si sono mostrati entusiasti all'idea. Oltre al ministro degli Esteri libanese Faris Bweiz, al siriano Faruk al-Sharaa, al giordano Talal al-Hassan e all'esponente dell'Olp Faruk Kaddumi, ai colloqui ha preso parte anche il capo della diplomazia egiziana Amro Mou II comunicato conclusivo f ina come una critica alla posizione di Arafat, ritenuta troppo incline al compromesso. Siriani e giordani hanno avuto da ridire sull'iniziativa unilaterale dei palestinesi nei confronti degli israeliani osservando che i passi avanti di cui si è avuta notizia in questi giorni indeboliscono la posizione negoziale araba nel suo complesso. Per quanto agguerrita, a Tunisi l'opposizione interna all'Olp non ha ottenuto lo scopo: Yasser Arafat è sempre determinato a proseguire sulla strada dell'accordo che instaurerebbe un regime di autonomia amministrativa a Gaza e Gerico. Uno dei 13 componenti dell'esecutivo che da giovedì si riunisce a Tunisi per decidere la strategia negoziale ha riferito che la proposta è stata esaminata approfonditamente. «La maggior parte dei fratelli che hanno parlato si sono detti contrari. Ritengono che il piano sia inutile e debba essere ritirato. Ma penso che Arafat creda nel progetto e voglia andare avanti». Durante la riunione, conclusasi alle 5 ora italiana, i dirigenti palestinesi hanno discusso anche delle dimissioni di due componenti dell'esecutivo e della crisi finanziaria dell'Olp. I segnali negativi per Yasser non so- no mancati. Ottanta dei 480 membri del «parlamento» dell'Olp hanno mandato un messaggio: non accettiamo l'offerta di Israele, non svendiamo la causa della Palestina libera e di Gerusalemme capitale. E un consigliere di Arafat, Nabil Shaat, ha ammesso: «Yasser rischia grosso». Il ministro per l'Ambiente israeliano Yosi Sarid ha confermato ieri l'esistenza di un accordo di principio tra Israele e l'Olp per l'autogoverno di Gaza e della città di Gerico in Cisgiordania. Ieri la notizia era stata diffusa da fonti palestinesi dei territori occupati. Parlando all'emittente delle Forze Armate israeliane, Sarid ha detto: «Sarà il primo passo verso l'autodeterminazione dei palestinesi e anche il primo gradino per un accordo di pace tra di noi». Qualcosa di più di una semplice autonomia, ma qualcosa di meno di uno Stato. Fonti palestinesi affermano che nessuno dei componenti della delegazione palestinese ai negoziati di pace, che riprenderanno a Washington martedì 31 agosto, era informato preventivamente dell'accordo stipulato dall'Olp. Questo spiega l'asprezza dei contrasti che stanno dividendo la dirigenza palestinese riunita in queste ore a Tunisi e le contestazioni mosse al suo leader storico Yasser Arafat. Durissima anche la reazione del Likud, il partito di destra oggi all'opposizione in Israele. L'ex premier Shamir presenterà alla Knesset una moziona di sfiducia al governo: «Non possiamo regalare uno Stato a terroristi palestinesi», [e. st.] Stretta di mano a Tunisi tra Arafat e il membro dimissionario dell'Olp Mahmoud Darwish A destra il premier Rabin