«Tangentista non denunciarti» di Giordano Bruno Guerri
«Tangentista, non denunciarti» «Tangentista, non denunciarti» Le confessioni in un libro «scomunicato» CITTA' DEL VATICANO. Gli spioni del confessionale colpiscono ancora. Dopo il libro annunciato e ritirato di Giordano Bruno Guerri dalla Mondadori, stavolta l'editore Marsilio fa centro pubblicando «Tangenti in confessionale» di cui è autore il giornalista Pino Nicotri. Spacciandosi per un tangentista pentito, Nicotri si è inginocchiato nei confessionali di mezza Penisola e ha raccolto i consigli e in qualche caso anche gli sfoghi dei suoi vari confessori. «Operazione ignobile - hanno subito commentato fonti vaticane -; vero e proprio atto blasfemo contro il sacramento della penitenza». Semplice il quesito posto da Nicotri: è peccato aver ricevuto delle tangenti in cambio di appalti? La risposta è un sì, fatto seguire dall'invito a cambiare condotta in base sia ai princìpi codificati nel Catechismo della Chiesa cattolica pubblicato me¬ no di un anno fa, sia a quanto ormai impone la coscienza morale emergente nel clero che ha portato la denuncia dai pulpiti, soprattutto al Sud, della corruzione e della criminalità diffusa. Tutti i sacerdoti hanno comunque applicato il principio espresso dal motto latino «nemo tenetur tradere se ipsum»: il finto tangentista Nicotri si è sentito rispondere che non doveva prendersi la briga di autodenunciarsi ma semmai aspettare serenamente l'arrivo dei carabinieri. Il consiglio dei confessori riceve l'incondizionata approvazione di don Mario Canciani, parroco romano di S. Giovanni dei Fiorentini, la chiesa del senatore a vita Giulio Andreotti. Pur stigmatizzando l'indagine compiuta ai danni dei suoi colleghi preti, ricorda che secondo un principio del diritto romano ripreso dalla Chiesa nessuno deve autodenunciarsi a meno che la sua mancata confessione provochi l'arresto di un innocente. A parte questo caso «devono essere la magistratura e lo Stato a fare il loro lavoro. E' aggiunge don Canciani - una questione di diritto». Ascoltare al di là della grata un tangentista, per quanto finto, fornisce a molti dei sacerdoti interpellati l'occasione per dire la loro. Alcuni condannano senza appello la corruzione diffusa, altri la ritengono una sorta di male necessario; altri ancora criticano la magistratura per non essere intervenuta prima. La confessione di Nicotri si conclude con le più classiche tra le penitenze: la recita dell'atto di dolore e di svariate preghiere più «l'elemosina che copre la moltitudine dei pecca ti». E così sia. Sandro Berrettoni
Persone citate: Canciani, Giulio Andreotti, Mario Canciani, Nicotri, Pino Nicotri, Sandro Berrettoni
Luoghi citati: Citta' Del Vaticano
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