«Voglio trattare con Ciampi non con la Lega» di Andrea Di Robilant

mTkur^un «Voglio trattare con Ciampi, non con la Lega» La Farnesina rifiuta di aprire un negoziato, Rocchetta: ci assumeremo noi la responsabilità «Voglio trattare con Ciampi, non con la Lega» «Uomini di Bossi ci hanno contattato per liberare gli ostaggi» mTkur^un AROMA IN una piccola pensione di fianco alla stazione Termini Halil Bozan, 23 anni, occhiali e baffetti, aspetta una telefonata, un messaggio, un segnale dalla Farnesina che possa portare alla liberazione degli ostaggi Angelo Palego e Anna D'Andrea da parte del Pkk. Bozan non rappresenta il Pkk, appartiene al Comitato del Kurdistan, un'associazione impegnata a propagandare la causa curda. «La nostra organizzazione», sostiene Bozan, «è stata incaricata dal Pkk di trovare un punto di contatto con il governo italiano». Ma in questo scorcio di agosto caldo e appiccicaticcio il telefono di Bozan non squilla. O meglio, squilla soltanto quando i suoi amici curdi lo chiamano per sapere come stanno andando le cose. Al di là del Tevere, nel palazzone bianco del ministero degli Esteri, sanno bene che Bozan è nella sua pensioncina che aspet¬ ta un loro segnale e che basterebbe organizzare un breve incontro con qualche funzionario della Farnesina, una cosa anche sbrigativa, per accelerare la liberazione dei due ostaggi italiani. Ma per ora tutto tace e la consegna rimane sempre la stessa: niente contatti, niente trattative, rilascio incondizionato. E' la posizione concordata con la Svizzera e appoggiata dalla Cee. E ieri anche Amnesty International ha fatto un simile appello ai rapitori. Allora come uscire dall'impasse? La sensazione alla Farnesina è che lasciando decantare le cose, una soluzione si profilerà. L'obiettivo dei curdi è che si parli di loro - dicono al ministero - e i giornali sono già pieni di articoli. Insomma, più se ne parla e meglio sarà per tutti. Ma Bozan, dal suo improvvisato quartier generale, invita la Farnesina a non illudersi: «Sia¬ mo contenti che la stampa parli di noi ma non è questa la strada. Dovrà esserci un dialogo, un contatto, che potrebbe avvenire per esempio tra una persona in rappresentanza del governo italiano e il Fronte per la liberazione curda, l'Ernk (cioè l'organizzazione che rappresenta tutti i curdi)». In questo delicato balletto adesso si è inserita anche la Lega. Il «ministro degli Esteri» leghista Franco Rocchetta è favorevole alla trattativa con i curdi e ai microfoni del Grl ha aggiunto che «se il governo continuerà ad essere latitante la Lega dovrà assumersi anche questa responsabilità». Esponenti del Carroc¬ cio hanno già preso contatto con le organizzazioni curde per saggiare il terreno di una possibile mediazione, ma l'esito finora è stato scarso: i curdi non prendono sul serio questa strada. Dice Bozan: «Prestiamo attenzione a questi segnali senza dubbio importanti, ma è con il governo che noi vogliamo parlare, non con la Lega». La settimana prossima verrà in Italia il portavoce deH'Ernk, Ali Sapan, prima a Milano poi a Roma, dove è prevista una sua conferenza stampa in cui parlerà anche dell'uso di armi chimiche contro i curdi, notizie che circolano da tempo ma che non sono confermate da fonti indipendenti. Loro, gli ostaggi - che i curdi continuano a chiamare «ospiti» - stanno bene e forse anche questo aspetto induce la Farnesina a prendere tempo in attesa di una soluzione. Andrea di Robilant Una pattuglia di guerriglieri curdi che tengono prigionieri due italiani e altri cinque stranieri Il governo non vuole trattare con loro

Luoghi citati: Italia, Kurdistan, Milano, Roma, Svizzera