L'Olp processa la colomba Arafat
Discussioni di fuoco nella notte a Tunisi, il leader contestato chiede l'avallo di Mosca e Washington Discussioni di fuoco nella notte a Tunisi, il leader contestato chiede l'avallo di Mosca e Washington L'Olp processa la colomba Arofat Sotto accusa l'intesa con Israele per Gaza TUNISI. Il «tribunale» dell'Olp non riesca a raggiungere un verdetto su Arafat. Il leader, accusato di essere troppo morbido con Israele, ha chiamato a raccolta i fedelissimi. Nella notte la discussione continua accesa, si annunciano dimissioni a raffica. E l'offerta di Israele (sì al ritiro da Gaza e Gerico, sì all'autonomia palestinese, no a uno Stato indipendente con capitale Gerusalemme) ha infiammato ancor di più il vertice dell'Organizzazione. Arafat ha affermato che sarà accolta la proposta israeliana, ma ha chiesto che sia appoggiata ufficialmente da Usa e Russia come copresidenti del negoziato di pace. «Devo dire - ha aggiunto - che il ritiro è considerato dai rappresentanti del popolo palestinese come un passo strettamente connesso con un accordo globale di pace basato sulle risoluzioni 242 e 338 dell'Orni». Non si è ancora conclusa la decisiva riunione del comitato politico dell'Olp a Tunisi. Un altro incontro è previsto per la notte. Nella riunione a porte chiuse gli oppositori hanno accusato il leader dell'Olp di aver fatto troppe concessioni ad Israele nel negoziato di pace. Un altro pesante addebito riguarda l'incapacità di Arafat di gestire la pesante crisi economica dell'Organizzazione. Uno dei membri più influenti della direzione palestinese, Abdullah Hourani, avrebbe attaccato Yasser e i suoi collaboratori già nella riunione dell'altra notte, accusandoli di svendere la causa palestinese e di aver condotto l'Organizzazione al disastro economico. Tayseer Khalid, che appartiene alla componente più radicale del comitato politico, ha dichiarato all'Associated Press di aver chiesto ad Arafat di abbandonare il tavolo dei negoziati con Israele e di ritirare la cosiddetta opzione Gaza-Gerico. Khalid è un autorevole membro della fazione dell'Olp denominata Fronte democratico per la liberazione della Palestina (Fdlp) che da tempo si oppone alla prosecuzione del negoziato. Ora Khalid ha dichiarato che l'opzione Gaza-Gerico è «un tentativo di prolungare l'occupazione israeliana» dei Territori iniziata nel 1967 con la Guerra dei 6 giorni. Khalid ha confermato che molti membri della direzione dell'Olp sono sulle sue posizioni. Yasser Abed-Rabbo, anch'egli membro del Fdlp ma favorevole ad Arafat, ha dichiarato che la riunione si è svolta finora in «un'atmosfera molto tranquilla» (mentre l'agenzia Wafa lascia intendere il contrario) e che comunque saranno necessarie altre sessioni «per raggiungere il consenso». Abed-Rabbo, che è il principale portavoce dell'Olp, è l'esponente palestinese che si ritiene abbia discusso la proposta di Arafat cosiddetta Gaza-Gerico con il ministro degli Esteri israeliano Shimon Peres la settimana scorsa a Stoccolma. Dei due membri del comitato politico che si erano dimessi la settimana scorsa per protesta contro la strategia perseguita da Arafat nei colloqui di pace, Mahmoud Darwish e Shafik al-Hour, il primo si è inaspettatamente presentato all'apertura della riunione, l'altra sera. L'esito della riunione è molto atteso: è in gioco il futuro del negoziato. Le divisioni sembrano vertere soprattutto sulla possibilità di accettare l'opzione Gaza-Gerico come primo passo: Arafat vuole che l'ipotesi venga discussa a Washington per poter mettere in moto il processo di autogestione dei territori occupati. Ma altri esponenti della dirigenza palestinese ritengono che la proposta israeliana sia da prendere in considerazione solo nell'ambito di un accordo complessivo e definitivo di pace arabo-israeliano. La questione dell'autogestione di Gaza e Gerico pone non pochi problemi all'Olp. Come ottenere sufficienti garanzie internazionali per la possibilità di gestione economica di un territorio dove vivono circa 780.000 palestinesi. E' chiaro che la sopravvivenza economica della zona e dei suoi abitanti dipenderà sostanzialmente dal tipo di accordo che regolerà le sue relazioni con Israele. I palestinesi assicurano di aver ricevuto recentemente dagli Usa un progetto di finanziamento internazionale dei costi del trasferimento dei poteri eco¬ nomici nella striscia di Gaza e Gerico: si tratterebbe di oltre 500 milioni di dollari all'anno (circa 800 miliardi di lire). La metà di questa cifra corrisponde alla somma che il futuro Consiglio di gestione palestinese potrebbe recuperare a titolo di trasferimenti di imposte da Israele. L'Olp tuttavia non concorda con i calcoli fatti dagli Usa, che considera eccessivi così come è fortemente dubbiosa su un'altra proposta statunitense che tende ad includere nel fondo di finanziamento le somme che i palestinesi attualmente già percepiscono dalle diverse agenzie settoriali che dipendono dalle Nazioni Unite. [e. st.] Il patto siglato in un incontro segreto a Stoccolma Il leader Olp Arafat Manifestanti palestinesi: i falchi contestano duramente l'accordo
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