Il capo dell'esercito Usa figlio di un'SS

Dimitri Shalikashvili fu un ufficiale nazista. La Casa Bianca: le colpe dei padri non c'entrano Dimitri Shalikashvili fu un ufficiale nazista. La Casa Bianca: le colpe dei padri non c'entrano Il capo dell'esercito Usa figlio di un'SS Lo rivela il Centro Wiesentbal, tempesta su Clinton WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il padre del generale John Shalikashvili, successore di Colin Powell come capo di tutti gli stati maggiori delle forze armate americane, aveva combattuto al fianco dei nazisti, arrivando ad ottenere il grado di maggiore nelle famigerate SS. La rivelazione è stata fatta dal rabbino Marvin Hier, direttore del «Centro Simon Wiesenthal» di Los Angeles, che ha scoperto un'autobiografia inedita di Dimitri Shalikashvili negli archivi della Stanford University. «Noi non ci opponiamo - ha comunque aggiunto il rabbino Hier - alla nomina del generale Shalikashvili a capo di tutti gli stati maggiori. Non crediamo che debba essere giudicato sulla base di quanto ha commesso suo padre. Siamo solo interessati a scoprire come il padre sia potuto entrare negli Stati Uniti nonostante avesse servito nelle Waffen SS». Ma è probabile che, quantomeno, la scoperta susciti polemiche. Shalikashvili, attuale comandante delle truppe Nato in Europa, è stato prescelto da Clinton come successore di Powell meno di un mese fa all'interno di una rosa di almeno sei candidati. Subentrerà al carismatico Powell all'inizio del prossimo mese, quando questi andrà in pensione. E' considerato un grande esperto dei problemi dell'Est europeo, soprattutto, come è ovvio, dal punto di vista militare. E, rispetto a Powell, sembra caratterizzarsi per una più pronunciata tendenza interventista, in particolare per quanto riguarda la Bosnia. «Il suo curriculum parla da solo e la storia di suo padre non ha alcun rilievo», ha dichiarato ieri il portavoce della Casa Bianca Ricki Seidman, quando si è sparsa la notizia della scoperta fatta dal «Centro Simon Wiesenthal». Coperto dall'anonimato, un altro funzionario dell'amministrazione ha rivelato: «Era certamente noto che il padre del generale Shalikashvili aveva prestato servizio nell'esercito tedesco». Se era «certamente noto», qualcuno sicuramente obietterà, Clinton forse avrebbe potuto effettuare una scelta più opportuna nel nominare il capo dell'esercito più potente del mondo, decisivo nella lotta contro il nazismo durante la seconda guerra mondiale. Tanto più che, secondo le leggi americane, un passato nazista impedisce tassativamente a chiunque l'ingresso negli Stati Uniti. Per entrarvi, Dimitri Shalikashvili deve certamente aver mentito. E infatti è così, come risulta dalla sua stessa confessione. Di nazionalità georgiana, il padre del futuro capo di tutti gli stati maggiori si convinse dell'opportunità di collaborare con i nazisti come unica via per liberare il proprio Paese dal comunismo dopo essersi trasferito in Polonia. Nella sua autobiografia, scritta in russo e tradotta dalla moglie nel '66, Dimitri Shalikashvili racconta che, dopo aver collaborato con l'esercito nazista che occupava la Polonia, entrò a far parte della Legione Georgiana, costituita da espatriati georgiani e impiegata dai nazisti per combattere i sovietici, nel gennaio del 1943. Mandato in Normandia, vi rimase fino al giugno del '44, cioè anche dopo lo sbarco alleato. In seguito, Shaliashvili entrò a far parte delle Waffen SS e, con il grado di maggiore, venne spedito in Italia. Di lì si spostò a Berlino, dove il figlio John frequentò le scuole per due anni, il '44 e il '45. Gli inglesi lo fecero prigioniero a Berlino dopo la fine della guerra, ma lo rilasciarono nel '46. Shalikashvili decise di trasferirsi negli Stati Uniti e un suo cugino, George Luthy, presidente di una banca a Peoria, Illinois, per facilitargli l'ingresso firmò una carta in cui garantiva che il parente non aveva mai avuto a che fare con il nazismo. Paolo Passarini Ha combattuto con il grado di maggiore in Normandia e in Italia poi mentì per entrare negli Stati Uniti O TUTTI GLI UOMINI SBAGLIATI TUTTI GLI UOMINI SBAGLIATI DEL PRESIDENTE T PORTAVOCE GEORGE STEPHAN0P0UL0S Arrogante, litigava con tutti i giornalisti. Cacciato dopo pochi mesi DAVID GERGEN Era l'uomo delle comunicazioni di Reagan. La sinistra democratica si indigna MINISTRO DELLA GIUSTIZIA ZOE BAIRD Avvocata, considerata un'ottima scelta. Ma non pagava i contributi ai domestici filippini: licenziata DIRITTI CIVILI LANIGUINIER Amica personale di Clinton, voleva far contare di più i voti dei neri: i bianchi ne ottengono la testa KIMBA W00D Magistrata liberal di New York, caduta anche lei sulla baby-sitter, un'immigrata clandestina UFFICIO NOMINE BERNARDNAUSBAM Anima nera dell'amministrazione, responsabile tra l'altro del licenziamento dell'ufficio viaggi al completo, il suo vice, Vincent Foster, si è suicidato per la vergogna x::::::::;-;'o:;::::::::::::::^ Bill Clinton tra il generale Colin Powell (a sinistra) ex comandante dell'esercito Usa e l'uomo che il Presidente ha scelto per la successione John Shalikashvili, figlio di una SS.