Andreatta a Lubiana, nulla di fatto

Andreatta a Lubiana, nulla di fatto Andreatta a Lubiana, nulla di fatto Si arena la discussione sui beni italiani in Slovenia BLED DAL NOSTRO INVIATO La colazione di lavoro che il ministro degli Esteri Andreatta e il suo omologo sloveno Peterle hanno avuto ieri in riva allo splendido lago di Bled non è bastata a dissipare le difficoltà che ancora pesano sulla questione dei beni espropriati agli esuli italiani dopo la Seconda guerra. Così Andreatta ha finito per chiedere al governo sloveno «un gesto di buona volontà» che aiuti a risolvere il contenzioso. Quale potrebbe essere questo gesto? Per esempio la modifica delle leggi varate appena due anni fa che limitano l'acquisto di beni immobili in Slovenia da parte di cittadini stranieri e che di fatto impediscono il recupero delle proprie case da parte di italiani. D'altra parte Andreatta ha ricordato a Peterle che queste leggi restrittive non sono affatto in sintonia con le aspirazioni europeiste del governo sloveno. «L'adesione all'Europa sotto qualsiasi forma richiede una libertà di circolazione di beni e persone che contrasta con queste leggi». Peterle non ha promesso nulla. Anzi, ha messo in risalto la complessità giuridica di venire incontro alla richiesta italiana. Ma è apparso abbastanza fiducioso sulle prospettive a lungo termine: «Vedo la possibilità di realizzare gesti di questo genere e l'opinione pubblica slovena prima o poi sarà di questa opinione». Ma anche la Slovenia non è senza il suo Cahier de doléances, specie per quanto riguarda il trattamento della minoranza slovena in Italia. E Peterle ha tra l'altro richiamato l'attenzione di Andreatta sulle conseguenze negative che il nuovo sistema elettorale maggioritario avrà per la rappresentanza degli sloveni nei Consigli regionali e locali. Una commissione mista italoslovena dovrà sbrogliare la matassa. Ma lo stesso Andreatta riconosce che una soluzione complessiva sul problema delle minoranze richiederà «una grande pazienza» da ambo le parti. «Dobbiamo rompere un circuito di nazionalismi reciproci che ci rende diffidenti. Anche se io, come trentino che conosce la questione dell'Alto Adige, so bene che la quantità di risorse necessarie per superare queste diffidenze è assai elevato». Proprio queste diffidenze erano emerse all'inizio di agosto quando il governo italiano schierò improvvisamente 300 soldati lungo il confine sloveno per meglio proteggere la frontiera dai terroristi. L'episodio suscitò parecchia irritazione a Lubiana ma lo stesso Peterle ha detto che nei colloqui con Andreatta quel problema «è stato superato senza diffi-

Luoghi citati: Bled, Europa, Italia, Lubiana, Slovenia