SENZA BLUFF

r r SENZA BLUFF Una grande lezione per i prof essionisti UNA delle federazioni più squassate e sconquassate d'Italia, quella del ciclismo, ha raccolto in questi giorni due titoli mondiali, il tandem e la 100 km, il primo frutto di un'intuizione, il secondo di un superlavoro cominciato quando ai Giochi di Barcellona la nostra squadra arrivò «solo» seconda. E' anche un lavoro alla Penelope, perché ogni anno il professionismo disfa questa squadra: e d'altronde sarebbe troppo pretendere che un ragazzo si dedichi per anni e anni a un ciclismo tremendo, sordo, divorante, a una specializzazione intensa, crudele e infruttifera, così che quando si passa tra i prof si è slombati, svuotati da una fatica basata sul moto uniforme. Una fatica in cui scattare è peccato, I una fatica da Diesel. ! Da che nacque (1960) que¬ sta specialità ci ha dato belle cose, benché sia poco italiana, fatta com'è di metodo, di disciplina. Piace che lì si vinca proprio in quest'anno in cui il nostro ciclismo professionistico è stato messo sotto accusa per la sua incapacità di assumere e onorare i grandi impegni fisici, tipo Giro e Tour. E poi, via, c'è molto bisogno di un'Italia vincente nello sport, per preservare alcuni lumicini, per tenere viva e calda la brace a cui poi accendere eventuali grandi fuochi. La 100 km ospita tecnologie spinte - vedasi da ieri il cambio elettronico francese -, ma poco altro ciclismo vive così perentoriamente di pedalate regolari, di fatica metodica asfissiante, senza tattica speciale, senza equilibrismi, senza sfruttamenti di sforzi altrui, senza bluff. E con un bel po' di spirito di corpo.[g. p. o.

Persone citate: Penelope

Luoghi citati: Barcellona, Diesel, Italia