la bici si fa elettronica
la bici si fa elettronica la bici si fa elettronica Ora c'è anche il cambio a pulsanti OSLO. Ieri il quartetto francese ha usato per la prima volta in una gara mondiale il cambio elettronico sulle biciclette. Non si tratta di una novità assoluta: questo sistema è persino commercializzato da tempo e qualche corridore lo ha utilizzato in corse in linea. Tuttavia, in attesa di sapere se è veramente vantaggioso (dovrebbe essere più rapido e preciso, ma i transalpini si sono classificati al'quarto posto), questo dispositivo appare una delle tante rivoluzionarie soluzioni che stanno cambiando addirittura il modo di correre. Negli Anni 30 Alfredo Binda doveva strappare con i denti un copertone bucato per cambiarlo e per modificare i rapporti era costretto a smontare e girare la ruota posteriore. Poi sono arrivati i cambi multipli e una valanga di altri marchingegni. Vediamo nel disegno come è costruita una «due ruote» degli Anni Duemila: 1) Telaio: in fibra di carbonio, monoscocca. E' cioè realizzato con gli stessi metodi e materiali dello chassis di una monoposto di FI. Leggero e rigidissimo. 2) Ruota lenticolare posteriore: sempre in fibra di carbonio o di vetro, anche in materiali compositi; indeformabile e con una migliore efficacia aerodinamica. 3) Ruota anteriore a stella: ha gli stessi vantaggi dell'altra. 4) Doppio manubrio, uno basso per volata o discesa, l'altro alto per le fasi di spinta regolare. 5) Freni: molto più morbidi e resistenti, in modo da non provocare dolori alle mani; sono in materiali speciali. 6) Pulsanti: comandano il cambio elettronico e servono per au¬ mentare e diminuire le marce. Un pistoncino sostituisce il deviatore e sposta la catena sui rapporti della ruota. 7) Batteria: consente l'autonomia del cambio. 8) Sella: in fibra di carbonio o in resina, rivestita in pelle, leggera.
Persone citate: Alfredo Binda
Luoghi citati: Oslo
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