Sono un pargolo allo sbaraglio e il video è la mia vendetta di Alessandra Pieracci

r TBVU'&TIVU' Sono un pargolo allo sbaraglio e il video è la mia vendetta ODDIO, in un'Italia di baby killer e di piccoli spacciatori utilizzati perché non punibili dalla legge, che cosa volete che sia lo sfruttamento televisivo di un bambino? Meglio vederli dimenarsi davanti a un microfono piuttosto che sui marciapiedi. In fondo, nessuno li picchia o li tortura, almeno in video. Sono grassocci, infiocchettati, spigliati, decisamente insopportabili. Asfissiati, a casa loro, da genitori in cerca di rivalsa sociale e/o economica attraverso il pargolo, si trasformano in piccoli mostri televisivi per vendicarsi dell'umanità. Vessati da madri iperprotettive dalla merendina più veloce del West o da padri insoddisfatti portacartelle irriducibili, si rivoltano finalmente contro gli adulti popolando, inquietanti, le loro notti televisive. Sembrava che le polemiche dei mesi scorsi sullo sfruttamento minorile di Fininvest e Rai avessero esorcizzato il pericolo, ma si trattava solo "i un rinvio. Martedì sera Retequattro, implacabile, ha peri* I diui I tequ mandato in onda la prima puntata di «Sei meno meno», trasmissione-passerella per mini-artisti presentata da una scocciatissima (ma ben pagata?) Iva Zanicchi che ormai ha la figlia grande e guarda un po' se si deve ritrovare in mezzo a bimbetti schiamazzanti, per di più non suoi. Tra uno schiamazzo e l'altro, i ragazzini (quasi tutti fastidiosamente grassi), vestiti a festa (il festival del volant per le femminucce, la tracimazione della gommina per i maschietti) si sono esibiti in barzellette, imitazioni, canti e balli. C'era quella che improvvisava in una sorta di gramelot inglese, l'altro che faceva Lubrano, quello che raccontava barzellette, l'altra che suonava il clarinetto («E' uno strumento difficile?» «Eh sì». «Faticoso studiare?» «Sì molto». «Da quanto tempo suoni?» «Sei mesi»). Da horror. Ma dopo la repulsione per il piccolo mostro, subentra la pena. Le strane creature sono il frutto di massicce irradiazioni televisive (altrimenti, da dove avrebbero potuto at¬ tingere i modelli?) di cui non sono responsabili, il capolinea di una mutazione genetica stimolata fin dal «Biberon», vitaminizzata con il «Crème Caramel», accelerata dagli incantesimi di una crudele Morgana, bambina indubbiamente finta, in realtà zia della Carrà. Fanno pena, e fa pena anche la trasmissione, che pure è molto meno bieca di quel «Sanremo dei piccoli» da servizio di igiene mentale. Retequattro l'ha registrata un paio di stagioni fa, l'ha tenuta in ghiacciaia e infine ha deciso di disfarsene gettandola nella pattumiera del palinsesto estivo. Ma gli è andata male, perché dopo le immagini dei bambini bosniaci che hanno negli occhi gli abissi della guerra, lo sguardo sazio dei «belli a papà» risulta ancora più impressionante nella sua vacuità. La prima puntata di «Sei meno meno» è stata vista da 2 milioni e 22 mila persone: si presume in maggioranza parenti delle vittime. Alessandra Pieracci cci |

Persone citate: Caramel, Carrà, Iva Zanicchi, Lubrano, Morgana

Luoghi citati: Italia, Sanremo