Ramazzotti contro Ronchey «Un razzista della cultura»

Il ministro ha vietato piazza Sordello di Mantova al concerto. Infuria la polemica sul provvedimento Il ministro ha vietato piazza Sordello di Mantova al concerto. Infuria la polemica sul provvedimento Ramazzotti contro Ronchey «Un razzista della cultura» MILANO DAL NOSTRO INVIATO Ma allora potrebbe essere davvero un pregiudizio, un razzismo ideologico, quello del ministro dei Beni Culturali nei confronti della musica rock. Il dibattito sui luoghi negati alla musica si riaccende: Alberto Ronchey, l'uomo che in un battibaleno ha fatto riaprire il 20 giugno gli Uffizi a Firenze dopo le tragiche bombe, ex direttore di giornale, colui che Fortebraccio su «L'Unità» dei tempi del Muro chiamava con malizia «L'ingegnere» per la sua implacabile precisione, sarebbe incorso in ' una imbarazzante omissione durante la sua ormai nota guerra al rock nei luoghi italiani di rilievo artistico. L'imprenditore musicale Maurizio Salvadori accusa lui e il suo ministero di aver dato le note disposizioni contro i concerti all'Arena di Verona, alle Terme di Caracalla e ora in piazza Sordello a Mantova «senza alcun supporto di studi tecnico-scientifici», ma soltanto a lume di buon senso antico; porta come prove le perizie di uno specialista che sostiene tesi opposte a quelle del ministro e annuncia contro il medesimo clamorose denunce. «Vorrei sapere perché, se un privato in cinque giorni può avere una relazione scientifica, il ministero non può fare altrettanto», dice accalorandosi. La guerra covata sotto le ceneri in tutti questi mesi sta per esplodere. Salvadori ha iniziato la sua crociata ieri, in una conferenza stampa al Principe di Savoia di Milano. Perché l'impresario se la sia presa tanto a cuore, mentre tutti gli altri si sono limitati a borbottare e firmare documenti di protesta per il «razzismo culturale» del ministro, è presto detto: da mesi, Salvadori sta preparando il tour di Eros Ramazzotti, notissimo amato bene delle giovani generazioni nonché una delle poche star italiane di rilievo internazio- naie; ma Ronchey per due volte gli ha rotto le uova nel paniere. Prima ha chiuso alla musica giovane l'Arena di Verona, dove doveva partire il tour del buon Eros; e quando l'atteso debutto è stato spostato nella bellissima piazza Sordello di Mantova, sull'assessore del medesimo Comune si è abbattuta una raccomandata della Sovrintendenza di Brescia che proibiva tassativamente l'uso della piazza per «manifestazioni musicali». «Il ministero sostiene che le onde sonore recano danni: e questo, dopo che nello stesso luogo si erano tenuti, senza alcun danno, i concerti di Zucchero e di Gianni Morandi», racconta Salvadori. «Ronchey - ha proseguito l'impresario con toni battaglieri - si è limitato a inviare nei mesi scorsi due circolari generiche ai sovrin¬ tendenti, in cui si diceva di non dare in uso i monumenti per "spettacoli non confacenti". In seguito ad esse è nato un gran polverone e si è sentito di tutto. Ma non è stata mai offerta alcuna documentazione tecnica, né scientifica, che provi che i concerti recano danni ai monumenti. E' vero, i manager non sono uniti, né lo sono i cantanti, ma questo ambiente si sente trattato una volta di più come i giullari di corte: bisogna esser pronti a cantare quando ci sono le elezioni, e poi star buoni e zitti». Ha raccontato, l'impresario, di aver provato a documentarsi: «In vent'anni che mi occupo di musica, non ho mai saputo di un cornicione caduto dopo un concerto di Nilla Pizzi piuttosto che dei Guns n' Roses. E la mia ricerca mi ha fatto scoprire che fino ad oggi l'unico rilevamento serio effettuato dalle autorità è stato nell'89, all'Arena di Verona, per il concerto dei Pink Floyd; le conclusioni dicono che la serata "non ha provocato nessun danno, né poteva provocarne". Ora, tutti conosciamo i livelli sonori e gli entusiasmi che scatenano i Pink Floyd: se non è successo niente con loro, è difficile che succeda con qualcun altro». Un ingegnere vero, Giorgio Campolongo, specialista a Milano in «Acustica e vibrazioni», affiancava Salvadori alla conferenza stampa. Ha esibito un documento ricco di dati tecnici quasi incomprensibili ai comuni mortali, dal quale emerge in sostanza che le vibrazioni prodotte dalla musica in piazza Sordello sarebbero intorno a 125 decibel, poco meno dell'equivalente del rumore provocato da un temporale medio, e al di sotto del limite di disturbo (142 db) indicato dalla Nitro Nobel di Stoccolma, che fa studi sull'impatto degli scoppi di dinamite. Per capirci, rumori forti che riescano a svegliare persone dal sonno pesante sono intorno ai 134 decibel. Però, Mantova è diventata adesso per il team Ramazzotti una questione di principio: e a metà settembre il tour partirà co¬ munque da lì. Salvadori: ((Abbiamo individuato una piazza deliziosa a Le Grazie, un paesino a tre chilometri da Mantova: il sindaco di Curtatone è d'accordo, speriamo in un beneplacito del vescovo di Mantova, Caporello. Se si può fare una partita di calcio fra cantanti e preti, si potrà pure far cantare Ramazzotti davanti a una chiesa». In caso sciagurato di diniego, il cocciuto Eros canterà, provocatoriamente, nel parcheggio dello stadio (a sua volta inagibile); Salvadori ancora commenta: «Vorrà dire che di lì partirà la protesta spontanea dei giovani contro il ministro Ronchey». Ma c'è dell'altro. Tanta attenzione a partire da un luogo italiano significativo, è dovuta al fatto che il debutto di Eros sarà seguito da cento giornalisti stranieri: «Il posto accogliente del concerto dovrebbe anche caratterizzare una certa idea positiva dell'italianità di Eros». Questione d'immagine, insomma: e anche di quella Dio sa quanto abbiamo bisogno di questi tempi. Ora soltanto un vescovo potrà riparare ai «ritardi culturali» di Ronchey, nei confronti del quale si annuncia un autunno caldo di carta bollata. Marinella Venegoni «Chiedo di cantare davanti a una chiesa in un paese vicino» «Non ci sono prove che il rock rovini i monumenti. Il caso dei Pink Floyd insegna» Per Eros Ramazzotti (a sinistra) e Vasco Rossi (a destra) un uguale destino: piazze e stadi vietati