Dall'America altolà alla Lega di R. Int.

Dall'America altolà alla tega Mentre divampa la polemica sul «partigiano Bossi». Lama: la Resistenza è una cosa seria Dall'America altolà alla tega Non lo aspettiamo». Maroni: andremo lo stesso « ROMA. li «partigiano» Bossi non trova alleati. Sul fronte interno, la sua ultima sfida - «o si vota o parte la lotta di liberazione» - ha provocato una durissima reazione da parte delle altre forze politiche. Sul fronte esterno arrivano segnali negativi dagli Stati Uniti: sembra sfumato l'incontro con il presidente Clinton anche se la campagna americana del leader della Lega resta confermata. Il paragone con la Resistenza non è piaciuto al vicepresidente del Senato, Luciano Lama: «La lotta di Liberazione è una cosa seria. Chi, come me, l'ha fatta, spera di non doverla combattere mai più. Si fa con le anni alla mano e non con le chiacchiere, come fa Bossi». Dura anche la replica del de Vito Riggio: «La lotta di Liberazione è argomento troppo serio per essere usato in un dibattito politico ferragostano». E il suo collega di partito, Carlo Francanzani, afferma: «I pronunciamenti ferragostani della Lega e le interviste odierne di Bossi oscillano tra posizioni con venature anarchiche e posi- zioni che si configurano come il massimo della degenerazione partitocratica: il cercare di porre nei fatti un partito al di sopra dello Stato e quindi l'annullamento dello Stato di diritto. Una forza politica non può pretendere di sostituire nel ruolo di decisione di scioglimento delle Camere le massime autorità istitu¬ zionali». Il socialdemocratico Enrico Ferri giudica «inaccettabile» il comportamento della Lega che «non può non provocare davvero una reazione da parte della stragrande maggioranza degli italiani che ha una coscienza democratica di rispetto di regole ed istituzioni». E intanto si complica la cam¬ pagna americana del Carroccio. Dopo le precisazioni della Casa Bianca («Bossi non è nell'agenda di Clinton») ecco che arrivano le smentite della Niaf (National Italian American Foundation): «L'ufficio centrale, che ha il compito di coordinare la cena, non ha inviato alcun invito ufficiale al signor Bossi», fanno sapere i dirigenti dell'associazione e del consiglio generale degli italiani all'estero. Ma il capogruppo della Lega alla Camera, Roberto Maroni, conferma l'esistenza dell'invito e poi aggiunge: «Negli Usa, la Lega ci andrà di sicuro. Il Niaf non ci riceverà? Benissimo, a New York come a Roma, non andiamo per frequentare i salotti, ma per incontrare la comunità italo-americana, quella vera, che manifesta grande simpatia per la Lega». E il presidente dei senatori leghisti aggiunge: «Comunque noi se andiamo negli Stati Uniti andiamo per incontrare chi conta in America, non una organizzazione privata. Quando Moretti è stato negli Usa, per esempio, ha incontrato Mario Cuomo». [r. int.]

Luoghi citati: America, New York, Roma, Stati Uniti, Usa