Il vandalo e un manager

«Leucemia causata dai campi elettrici» Nuoro, il nome (protetto dalle autorità fino a sera) rivelato dal proprietario della barca HI i * vandalo e un manager Confessa: ho distrutto la tartaruga NUORO NOSTRO SERVIZIO Ha un nome il vandalo che giovedì scorso, in Sardegna, ha decapitato a martellate «la roccia della tartaruga»: si chiama Enrico Colavito e sarebbe un manager piuttosto conosciuto. A renderlo noto è stato, ieri sera, Giorgio Di Raimondo, l'avvocato romano proprietario della barca su cui Colavito è risalito dopo aver sfregiato la roccia, tentando di portarsi a casa la celebre testa di tartaruga. «Colavito era effettivamente ospite sulla barca - ha spiegato l'avvocato Aldo Ferretti, legale di Di Raimondo, riferendo la versione del suo cliente - e con lui c'erano altre dieci persone. Di Raimondo ha detto di conoscerlo come una persona per bene, un adulto, non certo un ragazzo e con un lavoro di grande responsabilità. Il mio cliente è frastornato e dispiaciuto e non sa spiegarsi che cosa sia saltato in testa al suo ospite quella mattina». Colavito, secondo il portavoce di Di Raimondo, sarebbe «l'unico responsabile del gesto. La donna che era con lui non ha partecipato all'azione vandalica». In ogni modo, ha concluso l'avvocato Ferretti, «Colavito è stato subito identificato ed interrogato dai carabinieri di San Teodoro. Poi è stato rilasciato perché questi reati sono punibili solo con una contravvenzione. Il mio cliente si è messo a disposizione delle auto- rita, alle quali ha chiarito la sua completa estraneità: quel giorno lui era rimasto a bordo della barca». Si è risolto così il giallo che per tutta la giornata di ieri aveva costernato gli abitanti di San Teodoro, defraudati del loro «simbolo», e non solo loro. Giallo che non riguardava il nome del «teppista», già noto alle forze dell'ordine, bensì il perché non volessero renderlo noto. Il responsabile, comunque, si è presentato spontaneamente ai carabinieri del paese che lo hanno denunciato a piede libero per danneggiamento. I militari non hanno però divulgato il suo nome mentre sulla vicenda è stato pre¬ sentato un esposto all'autorità giudiziaria che dovrà verificare anche la posizione dell'avvocato romano Giorgio Di Raimondo, il proprietario del cabinato dal quale il gruppo di amici ha raggiunto con un gommone la pietra per compiere l'azione distruttrice. Un gesto che doveva servire per recuperare un souvenir da esporre nel salotto buono, ma l'azione è diventata un atto di inciviltà e di vandalismo. Quella della tartaruga, a cala Girgolu, è certamente una delle più conosciute pietre che l'opera continua del mare e del vento ha levigato durante i secoli traendone la forma dell'animale marino, ma ve ne sono anche delle altre, molto più grandi dall'aspetto antropomorfo. Non solo queste rocce, ma la loro presenza in una costa, ricca di calette e di spiagge, lunga ben 37 chilometri, ha fatto di San Teodoro l'avamposto turistico della provincia di Nuoro, ai confini con quella di Sassari, ed a soli 25 chilometri a Sud da Olbia. Le rocce sono un richiamo in più assieme ad un mare dai colori verde-azzurro. E per gli abitanti del luogo si tratta di un bene, come l'ambiente che circonda la zona, da salvaguardare. Da qui la decisione di costituirsi parte civile del primo cittadino di San Teodoro, 2200 abitanti che si decuplicano durante l'estate. Il sindaco Costaggiù ha preci¬ sato che gli interessi del Comune verranno curati da un principe del Foro, l'avvocato Giannino Guiso, protagonista anche di processi legate alle brigate rosse o a gravi fatti di sangue, che avrebbe assistito personalmente l'altro giorno allo scempio della ((tartaruga» dalla spiaggia assieme ad altre decine di bagnanti. A costituirsi parte civile potrebbero però essere anche la Regione, come ha chiesto il consigliere de, Matteo Marteddu, e diverse associazioni ambientaliste che hanno vivamente protestato per l'atto vandalico. Grazie all'intervento di coloro che in quel momento si trovavano sulla spiaggia è stato possibile comunque recuperare la roccia spezzata. Alcuni bagnanti, infatti, non si sono limitati a gridare ed a protestare nei confronti dei turisti romani che stavano compiendo lo scempio, ma li hanno inseguiti e raggiunti quando ormai erano sullo yacht facendosi restituire la pietra che è ora nelle mani del sindaco. Quest'ultimo ha dichiarato che «al 90 per cento la roccia potrà essere rimodellata. Purtroppo non è stato un taglio netto, ma ci hanno assicurato che potrà essere riattaccata. Così potremo salvare uno dei simboli della nostra costa riprodotto su cartoline e depliants». Marco Arasti E' stato rilasciato perché per questi reati la legge prevede solo un'ammenda La testa verrà riattaccata al suo posto v ! ***** HWBi, * La tartaruga decapitata dal vandalo-manager in Sardegna