«Ho visto i killer della Versilia»

8 Una traccia per il giallo di Torre del Lago: li ho sentiti litigare su un'auto targata Roma «Ho visto i killer dello Versilia» Regina, re dei trans: la vittima era con due uomini VIAREGGIO DAL NOSTRO INVIATO «Li ho visti», dice Regina. Lei era una ragazza dai capelli biondi e gli occhi verdi. Lui, un giovane fra i trenta e i trentacinque anni, «capelli lunghi, bruni, abbastanza robusto». Erano su una macchina targata Roma, quella notte fra mercoledì e giovedì, sul lungomare di Torre del Lago. «Li ho visti», dice Regina, transessuale, occhi a mandorla, nasino all'insù, telefonino cellulare, bracciale Bulgari, diamante al dito e un miniabito che inguaina come una sirena. Due volte, dice e si accarezza i capelli, prima all'una e poi un'ora dopo, «quando litigavano forte, così forte che dovetti allontanarmi». Giallo di Viareggio, nuova puntata. Due passi nel mistero. La macchina era ferma alla rotonda, davanti al sentiero che porta al Frau Marlene, accanto ai bagni Marcella e Elena. «Io non posso giurare che fossero loro. Donne così ce ne sono a centinaia, come si fa a dirlo. Però, lei era davvero somigliante, molto simile alla ragazza morta». Chissà se anche questa è una falsa pista, come le mille altre che hanno riempito i primi, inutili giorni delle indagini. Certo è che nonostante tutto, in questo giallo dai contorni surreali, la ragazza soffocata sulla sabbia e trovata morta accanto alla riva del bagno Marcella rimane ancora senza nome, cinque giorni dopo il delitto, come per una maledizione del destino. Eppure, il racconto di Regina coincide, nei luoghi e nei tempi, con quello che altri due testimoni hanno lasciato ai giornalisti. Loro avevano detto di aver visto, più o meno a quell'ora, «due giovani rincorrersi sulla spiaggia litigando». Lei, bionda, ca- pelli corti, magra. Lui, alto e robusto. Regina, adesso, posa la borsetta e il cellulare sul tavolino. Si chiamava Mauro, quando abitava a Genova e lavorava in un ente pubblico. Diploma all'istituto nautico, otto esami alla facoltà di Economia e Commercio, sei anni e mezzo dietro una scrivania. Ora, Regina organizza il concorso di Miss Trans a Viareggio. E poi lavora sul lungomare di Torre del Lago, vicino al Frau Marlene, discoteca gay, fra donne o uomini che si vendono alle coppie in cerca di avventura. E quella notte era lì, fra mercoledì e giovedì, sulla sua Mercedes, con le portiere spalancate. Poco più in là, ai bagni Marcella, facevano festa sulla spiaggia, gruppi di famiglie, vecchi amici. Musiche e bagliori, sotto le stelle, «Al¬ l'una di notte, la macchina è passata molto lentamente. Un'Alfa targata Roma. Lei mi ha guardato e ha fatto un sorriso. Sorrisi così me ne fanno a decine, tutte le sere. C'è dentro ammirazione, compassione, curiosità, fate voi. E io l'ho guardata bene, per un momento, mentre mi passava davanti. Erano in due, in quella macchina. Lui guidava, bruno, con i capelli un po' lunghi e aveva una camicia scura, ma non so dire di che colore esattamente. Lei era bionda, aveva i capelli corti, e gli occhi chiari. Magra, sì. Aveva un vestito con le spalline, mi sembra, credo una gonna, ma non posso dirlo con sicurezza, lo posso solo dedurre. Io mi sono accorta di loro soltanto per quel sorriso». Poi, un'ora dopo. Regina rivede la stessa macchina. S'è fer¬ mata vicino alla sua, alla rotonda, accanto ai bagni Elena e Marcella. Questa volta non sono più in due, sull'Alfa: sono in tre. Dietro, c'è un altro uomo. Il ragazzo con i capelli lunghi e lei stanno litigando, «un vociare molto animato, un gran gesticolare». Quello dietro, sembra quasi in disparte, come se si limitasse ad assistere. «Siccome io non ero lì a guardare le stelle, decisi di spostarmi. Così, me ne andai. Quando ritornai non c'erano più». Sono le due di notte. All'incirca mezz'ora prima, ai bagni Elena, hanno visto due persone rincorrersi litigando sulla spiaggia e poi andarsene via proprio verso la rotonda, dove sarebbero stati visti da Regina. Alle 6,50 di giovedì mattina, il pensionato Aldo Guerrini vede galleggiare sul mare, a due metri dalla riva del bagno Marcella, il cadavere di quella ragazza senza nome. L'autopsia rivela che la giovane è stata uccisa sulla spiaggia, forse addirittura su quella stessa spiaggia, spingendole la testa sulla sabbia per soffocarla. Ma nel mistero di Viareggio, queste restano le uniche certezze. Un po' poche davvero. Ieri, Regina è stata ascoltata due ore al commissariato. «Che cosa penso? Secondo me, quella era una coppia che cercava una terza persona. Quando l'hanno trovata, lei non c'è stata, e lui l'ha uccisa. Ma se è andata davvero così, resta da capire il ruolo del terzo uomo. Perché non va a parlare? Ha partecipato anche lui al delitto, oppure ha paura?». Gli inquirenti, per ora, buttano acqua sul fuoco. Testimoni? «Nessuno», ripete Rosario Costantino, il commissario. «Non abbiamo ascoltato nessuno, non abbiamo niente in mano». Prima, aggiunge, bisogna dare un nome a questa ragazza. Un mistero che continua, com'è cominciato. Duecento segnalazioni, e addirittura sette riconoscimenti. Nessuno vero. Russe, bulgare, polacche, persino una miss. Tante storie da raccontare. Duecento nomi per una vittima che alla fine non ne trova nemmeno uno. Ieri, all'obitorio di Pisa, sono arrivate due coppie di genitori, da Torino e da Monza, convinti che quella ragazza senza nome fosse la loro figlia. Davanti al corpo steso sul tavolaccio hanno tirato un sospiro di sollievo. Ma quante sosia ha questa donna? «In almeno quattro casi, i testimoni, gli amici, gli agenti delle volanti sono rimasti allibiti: era lei, dottoressa, ancora non ci crediamo...». Pierangelo Sa pegno Alla polizia sono arrivate duecento segnalazioni E all'obitorio di Pisa sono accorse due coppie di genitori che pensavano di riconoscere la loro figlia Regina (a sinistra) con un'amica: avrebbe visto la scena del delitto

Persone citate: Aldo Guerrini, Magra, Rosario Costantino