«Violeta, sbagli tutto» di E. St.
Godoy alla presidente Chamorro: il Nicaragua è ingovernabile MANAGUA Godoy alla presidente Chamorro: il Nicaragua è ingovernabile «Violetq/ sbagli tutto» // vice, ostaggio dei sandinisti, si ribella MANAGUA. I guerriglieri nicaraguensi di destra e di sinistra, impegnati da giorni in un doppio maxi sequestro di esponenti politici, hanno liberato ieri 20 degli ostaggi, in base a un accordo, annunciato in mattinata, che avrebbe dovuto portare al rilascio senza condizioni di tutti i prigionieri; ma poi i «recontras» hanno fatto marcia indietro ribadendo la richiesta di epurazione dei sandinisti dai vertici dello Stato e dell'esercito, e la situazione è tornata allo stallo. Una novità politica è data dall'intervento del vice del presidente Violeta Chamorro, Virgilio Godoy, in mano ai sandinisti a Managua: in brevi dichiarazioni ad una radio locale, Godoy ha chiesto un cambio di linea politica avvertendo che i sequestri e le violenze di questi giorni dimostrano «la ingovernabilità» del Nicaragua e che «questa situazione non può continuare». L'altra notte i recontras, gli ex ribelli che combatterono il governo sandinista negli Anni 80, avevano rimandato liberi venti dei loro ostaggi, annunciando che avrebbero rilasciato anche gli altri 17 trattenuti a Quilali, nel Nord del Paese, dopo che una delegazione governativa aveva loro promesso l'impunità per quanto hanno fatto. Saputo del fatto, anche i sandinisti hanno liberato due dei 32 dirigenti dell'Unione nazionale di opposizione («Uno», di destra) che avevano preso in ostaggio nella sede del partito a Managua per ritorsione all'azione dei recontras. Quindici li avevano già lasciati andare sabato, ma domenica avevano bloccato anche nove giornalisti entrati successivamente nell'edificio. Ma ieri pomeriggio il comandante dei recontras, José Angel Talavera detto lo «Sciacallo», ha ribadito che per liberare gli altri 17 ostaggi è sempre valida la richiesta di dimissioni del generale sandinista Humberto Ortega da capo delle forze armate, e anzi ha minacciato di promuovere altre azioni violente, d'intesa con altri gruppi guerriglieri, se «la questione non sarà risolta». Subito dopo Donald Mendoza, il capo del «Commando 40» di ex sandinisti che tiene prigionero a Managua l'ex vicepresidente Virgilio Godoy e altri ostaggi, ha chiesto che gli Usa mettano fine a «minacce e pressioni», consentendo «un accordo nazionale di pace» nel Paese. Di fronte a una situazione che rischia di incancrenirsi, governo, fronte sandinista e Uno hanno di nuovo chiesto ieri la liberazione immediata di tutti gli ostaggi. Ma lo «Sciacallo» ha spiegato in alcune interviste che la liberazione dei 20 ostaggi è stata solo «un atto umanitario» e che «le richieste sono negoziabili, eccetto le dimissioni di Humberto Ortega e di Lenin Cerda (ex capo della sicurezza di Stato)». Mendoza, che l'altro ieri aveva fatto spogliare davanti alle finestre della sede del partito Uno l'ex presidente del Parlamento Alfredo Cesar come risposta a un presunto attacco della polizia, ha avvertito che «non vogliamo scambiare ostaggi» e che «il commando si pone obiettivi politici», [e. st.]
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