DALLA CELLA ALLA PENNA

DALLA CELLA ALLA PENNA DALLA CELLA ALLA PENNA 4*Sl MILANO M m OMPARE, il Bruno 0 ■ Brancher, 61 anni, oc1 chiali, anello al migno- 1 lo, dentro al suo gilet fiorito e ti si mette da- I vanti e parla dei suoi I guai o della sua conV J tentezza, e mentre i guai appartengono (ma non tutti) alla sua vita di ieri vita da carcerato - la contentezza appartiene (ma non tutta) all'oggi, vita vagante, vita da narratore, vita da «indaffaratissimo perdigiorno», come lo ha definito il suo amico Oreste del Buono. E' uscita da Feltrinelli la raccolta dei suoi racconti-ballate Tre monete d'oro (pp. 157, L. 14.000), cose raccolte in anni di scrittura che è notturna per temperamento del Bruno, e magari già portate in giro da lui medesimo, in forma di manoscritto ciclostilato e venduto, di locale in locale, tra chiacchiere e saluti, bevute, rimembranze. Racconti di uno che è cresciuto solo: all'inizio giù alla Ripa Ticinese e poi dentro ai riformatori e poi nei catini dei penitenziari per un totale di anni 20 (condanne per furto, oltraggio, rivolte, evasioni) e se n'è uscito con spalle e cuore interi, imparando da quello che ha sofferto e fatto soffrire e alla fine trovando la sua strada dentro a una grafia piccola e storta, da autodidatta, ma che messa insieme, riga per riga, diventa storia, cioè ballata: «Il fuggitivo non veste/ corre ignudo/ se si esclude una corda variopinta/ la quale/ a mo' di eterno cappio/ lo accompagna ovunque lui vada. Il fuggitivo è uno che si è tolto dal gruppo/ e a differenza del Gabbiano/ non sente la necessità di ritornarvi/ neppure da vecchio». Sono racconti di vita, con donne che amano come se fosse sempre la prima volta, con uomini soli che si allontanano, come se fosse l'ultima. Brancher non inventa, quando parla dell'osteria o del gelo di una notte o dei rumori di galera, mette tutto dentro alla pozzanghera dei ricordare e svaga sui riflessi che le cose vere mandano quando (e se) colpite dalla luce di una penna. E perciò i suoi racconti sono veri e inventati insieme, come la storia di «Marisella la rossa Rosse daosterie, uopiccioni imla Milanodi Bruno Rosse da amare osterie, uomini soli piccioni importuni: la Milano «gelata» di Bruno Brancher a amare omini soli mportuni: «gelata» Brancher (ma di capelli)», o quello «Dove si racconta del Nano, e dell'incontro che ebbe con un colombo, o piccione, volatile falsamente mite che infesta i cieli di Milano e importuna i suoi abitani. Con strida ed escrementi». Brancher scrive per vivere. E viceversa. Il suo esordio è fissato in un racconto duro e struggente che si chiama Disamori, pubblicato dalla Squi-Libri nell'anno 1977, oggi introvabile (il libro e pure l'anno). Rimedierà la Feltrinelli, pubblicando, in autunno, la ristampa di Disamori, con una aggiunta di racconti pescati tra i tanti lasciati sui fogli a lui congeniali dal Male a Cuore, da Lotta Continua a Linus. Tutte tracce del suo mondo in pizzi. Ogni giorno, dalla sua casa con gatto, il Bruno esce, passeggia, transita per redazioni, librerie, bar, amici e insomma quando ti compare davanti, due volte su tre, dalla tasca cava un foglio, o più fogli, finiti la notte prima e ti dice: «Questa è la storia di un mio amico carcerato che rideva anche quando prendeva botte»; oppure: «Questa è l'idea per una rivista di poesia, che farei con i poeti del Salento amici miei». E passa un anno, magari due, poi la rivista esce davvero (te la vende lui, appena stampata), e il racconto pure, magari grazie al suo amico Scheiwiller, come capitò con L'ultimo picaro. L'uomo delle biciclette gialle. Con il libro in mano, Brancher si fa allegro, si emoziona - e quando si emoziona balbetta - e da roccia che le ha viste tutte, ritorna sassolino. Ha scritto: «Devo capire se continuare a rimanere bambino o decidere di crescere, diventare adulto». Ragazzino - con la sua storia faticata e dura - non lo può più essere; ma scrittore sì, lo è. Pino Corrias Siete pronti per il 5° CONCORSO INTERNAZIONALE DI POESIA «LA ROCCA»? Richiedete il bando a: «Lo Rosa Editrice» via Tournon, 25 Crescentino (Ve) ■ Tel. 0161842718

Luoghi citati: Crescentino, Milano