Maglione la crisi dalle «pesche d'oro»

Poco più di 3 mila quintali quest'anno, ma di qualità tale da riuscire a sedurre il mercato Poco più di 3 mila quintali quest'anno, ma di qualità tale da riuscire a sedurre il mercato Maglione, la crisi dalle «pesche d'oro» Il gelo di marzo ha dimezzato il raccolto e rilanciato i prezzi Estate da dimenticare per gli agricoltori di Maglione, comune di 500 anime ai confini con il Vercellese. La produzione delle rinomate pesche, punta di diamante dell'economia locale, ha fatto registrare un crollo senza precedenti: poco più di 3 mila quintali quest'anno, rispetto agli oltre 6 mila del '92 (stagione, comunque, già negativa) e ai 10 mila di media delle annate precedenti. A provocare la crisi sono state le gelate notturne nel mese di marzo, periodo della fioritura, quando il termometro aveva segnato punte di 8, 10 gradi sotto lo zero. Conseguenza: quasi tutte le gemme sono state «bruciate» e la produzione rovinata, con un danno che sfiora il mezzo miliardo. L'unico dato positivo è la buona qualità della frutta messa sul mercato, che si può quindi vendere a cifre competitive. Il sindaco Pier Franco Causone però rigetta le accuse di rialzo dei prezzi: «E' la prima volta, dopo anni, che le pesche si smerciano al giusto valore. In passato eravamo costretti a vendere praticamente sotto costo, pur di non restare con i magazzini pieni». La situazione inoltre si aggrava nelle previsioni per i prossimi mesi, quando sarà il turno di mele e kiwi. Anche queste coltivazioni hanno risentito delle gelate della primavera scorsa. A novembre si tireranno'le'somme, ma le prospettive sono pessimistiche. Intanto si attendono i contributi dalla Regione, dopo il riconoscimento dello stato di calamità naturale su tutto il territorio di Maglione: il 40 per cento dei finanziamenti verrà stanziato a fondo perduto, il rimanente restituibile in cinque anni. Ma il futuro dell'agricoltura locale continua a presentarsi negativo. Manca, tra gli 80 produttori del paese, un'organizzazione che permetta di vendere le pesche già prima della raccolta, pianificando quindi la stagione. Dice Causone: «Da noi si vive alla giornata, ognuno lavora per sé, con la speranza che i commercianti si facciano avanti. Sono pochi quelli che si rivolgono direttamente ai punti vendita». La situazione è leggermente migliore nel vicino comune di Cossano, altrettanto rinomato per la produzione di pesche e kiwi. 190 coltivatori che aderiscono alla Cooperativa Cossano Frutta riescono, attraverso la loro organizzazione, a ritagliarsi uno spazio che dà maggiori garanzie al momento di vendere i prodotti. «Cerchiamo di collocare la merce direttamente nei supermercati e nei negozi», spiega Leonardo Averta, presidente della cooperativa. «In questo modo, evitiamo gli intermediari e realizziamo un mimmo di programmazione stagionale». Anche qui, però, il freddo durante la fioritura ha provocato seri danni: la produzione delle pesche è praticamente dimezzata rispetto a quella degli anni passati e molte coltivazioni di kiwi (quelle situate nei terreni più esposti) portano i segni delle gelate. «E' un vero disastro», commenta Averta. «I ricavi della vendita non compenseranno di certo le spese finora effettuate». Mauro Revello

Persone citate: Causone, Cossano, Leonardo Averta, Mauro Revello, Pier Franco Causone

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