la Cee prepara le «quote-vino»

Tagli e scelte contrarie ai mosti concentrati in un rapporto della Commissione Tagli e scelte contrarie ai mosti concentrati in un rapporto della Commissione la Cee prepara le «quote-vino» E fa strada allo zucchero ROMA. Dopo il latte il vino. La Cee pensa alle quote anche per la produzione enologica europea, un intervento positivo se si considera il mare di surplus che riempie i tini dei «Dodici», ma che costituisce una misecla esplosiva se abbinato alla annosa questione dell'arricchimento, pratica che spacca il l'enologia europea, divisa tra sostenitori del saccarosio (leggi zucchero di barbabietola) e partigiani del mosto rettificato concentrato (meglio conosciuto come zucchero d'uva). Il documento che ha per oggetto questi due punti critici è un rapporto della Commissione agricola Cee stilato di recente. «Per il controllo delle superfici e delle rese vengono invocati programmi e strategie condivisibili - commenta Vittorio Camilla, dirigente del ministero per il coordinamento delle politiche agricole, alimentari e forestali altrettanto non si può dire per quanto riguarda le misure complementari ed in particolar modo quelle sull'arricchimento». E' successo che la Commissione ha constatato e ribadito che la «chaptalisation» (ovvero l'arricchimento) e gli «aiuti ai mosti concentrati» costituiscono elementi di incitazione alla sovrapproduzione e all'aumento dei rendimenti; ha anche riconosciuto che gli aiuti ai mosti concentrati furono introdotti nel 1979 per controbilanciare l'uti- Uzzo del saccarosio nelle regioni settentrionali europee ma poi arriva a delle conclusioni opposte, proponendo lo zuccheraggio, intendo con zucchero di barbabietola, a tutta l'area comunitaria fissando a 1,5 gradi l'arricchimento nelle regioni meridionali e a 2 in quelle settentrionali. «Ci sembra molto partigiano il fatto che la Cee, dopo aver ammesso che le due pratiche sono deleterie, ne sopprima una sola e, guarda caso, proprio quella che aveva introdotto per salvaguardare le produzioni mediterranee, più vocate e già allora danneggiate - commenta Giuseppe Martelli, direttore dell'Associazione enotecnici italiani -. E tutto questo dopo aver constatato che non esiste più alcuna motivazione di carattere tecnico per continuare ad utilizzare la chaptalisation». Ma le storture che gli esperti riscontrano nel documento non finiscono qui. Per esempio: la Germania produce mediamente 11 milioni di ettolitri di vino, tutto Doc, in pratica più di 110 ettolitri per ettaro. Considerando i suoi 100 mila ettari a vigneto si arriva alla conclusione che ha rese medie di oltre 160 quintali di uva per ettaro, mentre la media dei Paesi mediterranei non arriva neppure a 100. Per contro nel documento Cee viene indicato che, per quanto attiene le distillazioni, «la pietra angolare dovrà rimanere la distillazione obbligatoria, a basso costo, di tutte le produzioni eccedenti le quote nazionali di riferimento». Morale si rischia di creare un altro paradosso: verranno distillati solo i vini dei Paesi mediterranei, nonostante le rese basse, visto che le alte rese dei Paesi del Nord potranno essere agevolmente comprese nelle quote nazionali di riferimento. Perché? «Perché - spiega Martelli - da sempre queste costituiscono la normalità. Inoltre si distilleranno principalmente vini italiani, visto che abbiamo solo il 15% di "Vqprd", l'equivalente della nostra "Doc" in linguaggio Cee». In questo contesto quali sbocchi avranno alcune regioni tipo la nostra Sicilia che produce 12 milioni di ettolitri e ne consuma o commercializza tre? Dovranno distillare l'80% della produzione, a bassissimo prezzo, e non potranno neppure contare sullo sbocco a livello di mosto concentrato, visto che nessuno lo comprerà più. «Qualcuno a questo punto dirà "affari loro" - commenta con amarezza il direttore dell'associazione enotecnici - invece no, sono sempre affari di chi produce per vendere, visto che l'obiettivo della Cee è che ognuno pensi a casa sua e che gli oneri di riequilibrio ricadano sempre sullo Stato membro». «Su queste basi e considerazioni - spiega Martelli - abbiamo formulato la nostra posizione: liberalizzare l'airicchimento togliendo ogni contributo ma permettendolo in tutti i Paesi della Comunità solo con zucchero d'uva. La Germania non ha mosto concentrato? Lo andrà a comprare da chi ce l'ha e da chi lo offre con il miglior rapporto prezzo-qualità. Se poi le nostre regioni meridionali non sapranno essere competitive saranno veramente "affari loro". Ma qui si dà l'idea di voler risolvere i problemi del settore saccarifero, piuttosto che di quello vinicolo». Vanni Cornerò Giuseppe Martelli: «Liberalizzare l'arricchimento dei vini ma soltanto con zucchero d'uva»

Persone citate: Giuseppe Martelli, Morale, Tagli, Uzzo, Vanni Cornerò, Vittorio Camilla

Luoghi citati: Germania, Roma, Sicilia