Guerra dei sequestri in Nicaragua

I contras rapiscono 40 politici di sinistra, gli uomini di Ortega catturano altrettanti esponenti della destra I contras rapiscono 40 politici di sinistra, gli uomini di Ortega catturano altrettanti esponenti della destra Guerra dei sequestri in Nicaragua 7/ w'ce di Violeta Chamorro in mano ai sandinisti MANAGUA. Il Nicaragua rischia di piombare in una nuova guerra civile dopo che un gruppo di ex combattenti sandinisti ha sequestrato il vicepresidente Virgilio Godoy e altri 40 membri della coalizione «Unione nazionale» («Uno», di destra) nella sede del partito a Managua. Un'azione fatta in risposta alla presa di 37 ostaggi, fra i quali deputati e ufficiali sandinisti, giovedì, da parte di un gruppo di ribelli autobattezzatisi «recontras» (ex contras antisandinisti) nel Nord del Paese. Un altro gruppo di recontras ha ucciso ieri in un'imboscata quattro ufficiali dell'esercito, nel dipartimento di Unotega ( 160 km a Nord della capitale), mentre a Managua i sandinisti hanno devastato la sede di Radio Corporacion, un'emittente di destra. I recontras, guidati dal comandante José Angel Talavera detto «Chacal» (sciacallo), aveva sequestrato giovedì a Quilali, 300 km a Nord di Managua, i membri di una Commissione ufficiale per il dialogo, accusando il presidente nicaraguegno, signora Violeta Chamorro, di concedere, a tre anni dalle elezioni presidenziali del 1990 da cui sono usciti sconfitti, troppo potere ai sandinisti che ancora controllano l'esercito. I membri del commando «Fronte Nord 3-80» chiedono, per liberare gli ostaggi, le dimissioni del capo delle forze armate, il generale Humberto Ortega (fratello dell'ex presidente Daniel tuttora capo dei sandinisti) e del ministro alla presidenza Antonio Lacayo, genero della Chamorro. La signora Chamorro ha respinto le richieste e inviato al Nord 400 uomini minacciando una operazione per liberare gli ostaggi, ma prima che questo fosse possibile un gruppo di ex militari sandinisti, giubilati in seguito alla riduzione delle forze armate, ha preso in ostaggio ieri 41 membri della Uno chiedendo la liberazione dell'altro gruppo di ostaggi. Di fronte a questa nuova crisi il governo della Chamorro, il Fronte sandinista di Daniel Ortega e la Uno hanno firmato ieri un accordo per chiedere l'immediata e incondizionata liberazione degli ostaggi dalle due parti. Ma il comandante ex contra «Sciacallo» si è rifiutato di negoziare con i membri del «Commando 40 per la dignità e la sovranità nazionale», gli ex sandinisti che hanno occupato la sede della Uno. Il rappresentante dell'Organizzazione degli Stati americani (Osa) Sergio Caramagna, che sta negoziando con lo «Sciacallo», ha detto che quest'ultimo rifiuta uno scambio parallelo di ostaggi. La situazione è giudicata gravissima a Managua dove i sequestri sono visti come l'ultimo sviluppo di una situazione di crisi che ha le sue origini già nella vittoria di Violeta Chamorro alle presidenziali del 1990 quando i sandinisti, che avevano rovesciato il dit¬ tatore Anastasio Somoza nel 1979, persero sorprendentemente il potere di fronte ad una grave crisi economica. Per mantenere l'equilibrio interno la Chamorro accettò infatti di mantenere alla testa dell'esercito il sandinista Humberto Ortega. Il difficile rapporto fra la Chamorro e i sandinisti è stato reso ancora più precario dalle pressioni di Washington sul governo nicaraguegno affinché si disfacesse degli ultimi residui della rivoluzione del 1979, improntata al marxismo-leninismo. Di recente il Senato Usa ha sospeso gli aiuti economici al Paese, dopo la scoperta a Managua di depositi di armi appartenenti alla guerriglia marxista salvadoregna, accusando i sandinisti di continuare a destabilizzare la regione. Dopo la vittoria del 1979 contro la dittatura Somoza i sandinisti avevano dovuto scontrarsi con una resistenza di ex militari somozisti (i contras) armati e finanziati dagli Stati Uniti. Di fronte al timore di un ritorno al potere del Fronte sandinista gli ex contras hanno ripreso le armi mentre altri gruppi armati sono stati formati da sandinisti esclusi dall'esercito, in seguito alle riduzioni di effettivi concordate dalla Chamorro con il generale Ortega. Sembra che sia nei gruppi di destra che in quelli di sinistra l'impossibilità per gli ex combattenti di reinserirsi nella vita civile giochi un grosso ruolo nel desiderio di riprendere la lotta. [Ansa] Sopra, due dei rapiti dai contras A fianco la sede dell'Uno con alcuni degli ostaggi e uno dei rapitori sandinisti (FOTO RHUTER]

Luoghi citati: Managua, Nicaragua, Stati Uniti, Washington