CI guarda a Oriente senza la dc di Francesco Grignetti

CI guarda a Oriente, senza la de L'effetto-tangenti ha messo in fuga gli sponsor. Tra gli ospiti Martinazzoli e Kohl CI guarda a Oriente, senza la de Ma al meeting dell'anno zero il più atteso èAndreotti CATTOLICI LA KERMESSE DI RIMIMI RIMIMI DAL NOSTRO INVIATO Ma è soltanto un effetto ottico questa mezzaluna rossa intersecata da una M blu, la maiuscola di Meeting, che ti viene incontro su ogni muro della riviera e che assomiglia tanto a una comunistissima falce e martello? Oppure è un gioco di quelli che piacciono ai ciellini, stilizzando la O di Oriente e facendone un simbolo? Certo è che i vecchi romagnoli devono aver fatto un salto sulla loro bicicletta quando hanno visto il simbolo di questo Meeting '93. «Accade qualcosa da Oriente», il titolo. E non si capisce davvero se Comunione e Liberazione faccia riferimento alla culla della fede cristiana o alla caduta del Muro. Un'ambiguità che lo stesso messaggio del cardinal Sodano, segretario di Stato vaticano, non dissipa: «In Oriente è nato Gesù, dall'Oriente è venuto Abramo... dall'Oriente si levano, oggi come allora, gli occhi di innumerevoli uomini e donne assetati di luce e di pace». Chissà se saranno più chiari i due uomini politici chiamati alla ribalta. Ovvero Giulio Andreotti che esce dal suo riserbo per venire a illustrare la «Presenza politica dei cattolici in Italia: 40 anni di storia». Ovvio il sottinteso, la «storia» è quella sua personale. Oppure Mino Martinazzoli, che si viene a confrontare pubblicamente con il cancelliere tedesco Helmut Kohl sul destino dell'Europa. Ma almeno nei loro confronti la partita è chiara. «Andreotti è un vecchio amico che ha cose interessanti da dirci. E' un testimone di primo piano, un caso unico al mondo di responsabilità politica quarantennale. E poi ci piace fare una cosa impolitica, e anche anticonformista, nell'invitare un potente caduto in disgrazia». Quanto al democristiano Kohl, «è portatore di una vi¬ sione che non è in sintonia con noi, ma che ci interessa proprio per questo». Martinazzoh, invece, viene presentato freddamente dal portavoce come «il segretario del ppi». E da ciò si arguisce che in casa ciellina la de è ormai morta e sepolta. Ma c'è anche lo choc chiamato Tangentopoli. Tanto per cominciare, la vicenda giudiziaria (vedi l'arresto di Marco Bucarelli a Roma o il caso di Antonio Simone indagato a Milano) ha lasciato i segni anche sulla viva carne di CI. Ne parlò a cuore aperto Giancarlo Cesana un anno fa a «La Stampa»: «Stiamo vivendo in un clima giacobino che non promette niente di buono. C'è un uso immorale della questione morale». Ma c'è anche la fuga degli sponsor, che hanno costretto gli organizzatori a un brusco taglio del bilancio. E ci sono le brutte sorprese: invitati illustri che non possono partecipare perché bloccati agli arresti domiciliari. Il programma ufficiale, ad esempio, annuncia un Francesco Sisinni ad inaugurare una mostra sulle chiese rupestri di Matera. Non ci sarà per le note vicende. Insomma, è una CI che pare scottata dalla politica, quella che cambia registro e che riparte dalle sue salde origini ecclesiali. «Seguiamo l'insegnamento del Papa: partire dalle proprie tradizioni per fare di più». E così hanno preso una citazione-profezia di don Luigi Giussani, l'hanno ciclostilata e diffusa dappertutto ad uso e consumo dei suoi ragazzi: «Al Meeting la fede grida a tutto il mondo la passione umana che le è propria». Lo stesso comunicato d'esordio avverte di una evoluzione: «I titoli delle edizioni precedenti viaggiavano per tesi, erano affermazioni che poi venivano spiegate nel corso della settimana. Almeno, questa era l'intenzione. Il titolo '93, invece, è un invito a volgere lo sguardo». Sì, va bene, «volgere» gli occhi: ma lontano da dove? «Dal provincialismo italiano, innanzitutto - sostiene il portavoce Robi Ronza - che non si accorge quanto la vicenda italiana sia un segmento di quella internazionale». La politica, però, cacciata dalla porta, rientra dalla finestra. «Il contenuto di questo Meeting è anche una proposta politica». Si parlerà quindi di Bosnia, di cattolicesimo, di pacifi¬ smo, di medio Oriente, di responsabilità dei mass media. E degli Usa, campioni di un Occidente che qui non riesce a piacere. «Noi non siamo quelli del "cogito ergo sum". - dice Ronza Noi crediamo di esistere grazie a un fatto, la venuta di Cristo, non grazie a un'idea o ideologia. Ma per fortuna questa cultura moderna, che tanti disastri e lutti ha portato, specie in questo secolo, sta finendo. Il Muro è caduto. E noi stiamo qui a combattere perché non se ne innalzino di nuove, di barriere. Ad esempio, contro l'oriente balcanico o quello arabo. Yalta è morta una volta per tutte». Francesco Grignetti «Giulio è un vecchio amico e anche se in disgrazia ha tante cose da raccontare» Giulio Andreotti invitato al meeting a spiegare «40 anni di storia». Nelle foto piccole, Mino Martinazzoli e don Luigi Giussani, fondatore di CI

Luoghi citati: Bosnia, Europa, Italia, Matera, Milano, Roma, Usa