Rifiuti altre Usl nel mirino
Mazzette pagate solo al Mauriziano, e solo al funzionario? Mazzette pagate solo al Mauriziano, e solo al funzionario? Rifiuti, altre Usi nel mirino Zanetta (de) in procura come teste Si allarga l'inchiesta sui «rifiuti d'oro» scoppiata al Mauriziano con l'arresto di un funzionario e la scoperta di mazzette che con scadenza mensile venivano consegnate dalla ditta Sirio Ecologica al dipendente infedele. L'attenzione del sostituto procuratore Giuseppe Ferrando s'è concentrata ora su tutte le Usi e gli ospedali torinesi e della cintura nelle quali la Sirio si era aggiudicata l'appalto per lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri: le Usi IV (ospedale Maria Vittoria), VI (ospedale Giovanni Bosco), quelle di Chieri, Collegno, Moncalieri, Nichelino. Antonino Bei, il responsabile della Sirio per il Piemonte, ha raccontato al pubblico ministero di aver pagato tangenti soltanto al Mauriziano: «Negli altri ospedali è tutto in regola». Un'affermazione che per ora il magistrato ha preso per buona (non ha neppure arrestato il corruttore confesso), ma che intende verificare con attenzione: se Bei ha raccontato bugie non è escluso che finisca al più presto dritto alle Vallette. Ieri intanto si è presentato negli uffici di via Tasso Gian Paolo Zanetta, ex segretario provinciale della de, direttore generale del Mauriziano. Per oltre due ore è stato sentito come teste dal pm Ferrando al quale ha spiegato i meccanismi della gestione dell'ospedale, il funzionamento dei vari settori. Ma è chiaro che nelle due ore di colloquio con il magistrato sono stati approfonditi molti argomenti, dei quali il dottor Ferrando non intende parlare. «Mi ha assicurato che cercheranno di far piena luce sulla vicenda» si è limitato a dire. Anche Zanetta all'uscita non ha voluto rilasciare dichiarazioni. L'inchiesta è solo alle prime battute, molti nodi devono essere sciolti. Luciano Bonelli, il capo servizio del settore disinfestazione e rifiuti ora agli arresti domiciliari (è difeso dagli avvocati Andrea e Ennio Galasso) e Antonino Bei, il responsabile per il Piemonte della Sirio, difeso dall'avvocato Maurizio Vecchio, hanno confessato le loro colpe. Bonelli ha ammesso di aver falsificato le bolle d'accompagnamento, e Bei, rientrato di corsa dall'isola d'Elba, ha spiegato di aver pagato una media di due milioni al mese. Entrambi però hanno escluso responsabilità di altre persone. E' credibile che abbiano fatto tutto senza l'aiuto di nessuno? E' possibile che in ospedale nessuno si sia accorto di nulla? Ci sono ancora troppi dubbi da chiarire. Perché Bonelli s'è tenuto le 22 banconote da 100 mila lire in tasca per una settimana? «Non ho avuto tempo di passare in banca» ha spiegato al magistrato. E' credibile o quel denaro doveva passare nelle mani di altre persone? Anche Antonino Bei, che la Sirio ha subito sospeso dall'incarico, ha scagionato tutti: «Alla direzione della Sirio a Gubbio non sapevano nulla. I soldi li davo io». Molti carichi erano fasulli, inesistenti, ma per ognuno c'era la firma dell'autista. «Le falsificavo io», ha ammesso Bei. E' credibile? Ieri intanto il senatore pds Lorenzo Gianotti ha chiesto il commissariamento del Mauriziano, per poter mettere ordine in una gestione molto discussa. Nino Pietropinto Il Bonelli s'è tenuto in tasca sette giorni le 22 banconote da centomila lire Paolo Zanetta, direttore generale del Mauriziano è rimasto oltre due ore a colloquio con il giudice Ferrando
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