Lewis non sei finito di Pietro Mennea
L'opinione di Mennea MONDIALI DI ATLETICA, L'AMERICANO TERZO NEI 200 L'opinione di Mennea Lewis, non sei finito SCOMMETTO che tutti vi state chiedendo: «Mennea, hai davvero temuto per il tuo record nella finale dei 200 metri?». Vi risponderò francamente: sì, ad un certo punto ho pensato che il 19"72 potesse cadere, ma non è stato come un anno fa a Barcellona, quando Marsh mi fece prendere un accidenti. A Stoccarda ho sofferto di meno, anche se Fredericks ha vinto in 19"85. Amici cari, questa è stata una grande finale, fatta di uomini d'acciaio. E avevo azzeccato anche il pronostico della vigilia, quando avevo detto che tutti avevano giocato a nascondino. Visto che tempi? Fredericks, Regis e Lewis tutti e tre sotto i 20" netti. Roba da matti. Onore alla medaglia d'oro, il più bravo nelle batterie e nelle semifinali a mimetizzarsi. Questo namibiano corre veramente forte e non mi stupirei se fosse lui l'uomo in grado di strapparmi il record. Onore anche a Regis, la grande sorpresa della finale, che per la prima volta nella sua carriera è sceso sotto i 20 secondi ma onore soprattutto a Cari Lewis che, badate bene, ha fatto un tempo strepitoso e ha avuto solo la sfortuna di trovare sulla sua strada due atleti in forma strepitosa. Siamo arrivati al canto del cigno per il grande Cari? Direi proprio di no. Però Lewis ha di fronte due strade: o decide di ritirarsi, oppure deve accettare la legge che non lo vuole più il solo protagonista della velocità mondiale. Lewis, i pratica, deve cominciare a capire che rimarrà sempre un protagonista, ma non il protagonista in assoluto. Potrà vincere ancora molto, ma anche perdere. Riuscirà ad accettare questa legge, dura per un campionissimo? La decisione spetta a lui soltanto e tutti, dico tutti, dovremo rispettarla proprio in ossequio ad un grande campione dell'atletica che in dieci anni ha vinto tutto quanto si poteva vincere. Il mio record? Resiste ancora, come avete visto, ma è certo che ogni giorno potrebbe essere l'ultimo per questo limite che rappresenta un patrimonio per tutta l'Italia sportiva. E' pur sempre infatti il simbolo di un settore dell'atletica azzurra, la velocità, che allora funzionava bene e dava risultati. Oggi la velocità italiana non c'è più ed è per questo che ripeto i migliori auguri al mio maestro, Carlo Vittori, che da poco ha preso in mano le redini della Nazionale. Gli altri Paesi si sono messi a correre. Se ai miei tempi, infatti, si poteva anche vivere di ideali e di filosofia oggi non è più così. L'atletica è fatta di uomini e Paesi che hanno fame di vittorie: gente concreta, reale, che vuole essere protagonista, che bada al sodo. Coraggio, piccola Italia, non arrenderti. Pietro Mennea Barberis e Loriga A PAGINA 28 Fredericks, africano della Namibia, ha vinto i 200 davanti a Regis (Gran Bretagna) e Lewis (foto piccola)
Persone citate: Barberis, Carlo Vittori, Fredericks, Loriga, Mennea, Regis
Luoghi citati: Barcellona, Gran Bretagna, Italia, Stoccarda
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