Quell'ultimo gesto che vince il destino di Ferdinando Camon

r L'ANALISI Quell'ultimo gesto che vince il destino TRE suicidi di coppia in tre giorni. L'ultimo è di ieri, a Torino: si sono uccisi due anziani signori, 70 anni lui, 63 lei, benestanti, lui dentista lei pensionata: si son gettati nel Po, ma dopo aver tutto predisposto affinché la loro uscita dalla vita non recasse problemi a nessuno: hanno indossato i vestiti migliori, han lasciato in una busta i soldi per il funerale, e lo stipendio per la domestica. Se ne sono andati con dignità, con superiorità. Come se avessero detto: «Va, sporco mondo, non sei degno di noi». L'altro ieri usciva la notizia del doppio suicidio Tino SchirinziDesy Lumini: lui attore lei cantante, sono usciti dalla vita come se il mondo fosse un teatro pieno e li stesse a guardare. E' stato il suicidio più «spettacolare», ma per tentar di capirlo (nella piccola misura in cui si può capire un suicidio, che resta un atto sconosciuto e inspiegabile a colui stesso che lo compie) bisognerebbe poter sfrondarlo di questa teatralità, dimenticare gli attori e vederci i due poveri esseri umani, uniti dall'amore e da quella particolare sintonia sulla vita, sui minimi atti della vita, letture riflessioni intuizioni discussioni, che si realizza quando due hanno una sensibilità affine: evento rarissimo tra le coppie, che quando si manifesta decreta l'impossibilità di vivere uno senza l'altro. E' proprio di fronte a questa impossibilità che i due si son trovati: lui, che aveva un cancro allo stadio terminale, cercava in teatro parti compatibili col progresso della paralisi, sperando che nessuno se n'accorgesse. Voleva apparire vivo, ma dentro di sé sentiva la malattia avanzare, incontenibile. Quando non ce l'ha più fatta, han deciso di uscire dalla vita in maniera atrocemente simbolica: gettandosi da un viadotto incompiuto, in volo per una quarantina di metri. Quando moriva un parente, gli antichi gli mettevano un obolo in bocca: doveva servire a pagare il viaggio nell'Aldilà, perciò doveva essere qualcosa di prezioso (una moneta d'oro), che il traghettatore delle anime avreb• be riconosciuto e accettato. Inconsciamente, è un gesto che, in altre forme, compiono tutti gli 1 uomini, credenti o atei: morire in 1 modo che l'ultimo atto, l'ultima Tino Schirinzi raccomandazione, l'ultima parola riassuma la vita e la renda degna di memoria, degna di salvezza. Morire per non morire. Usare la morte come estrema, completa rivelazione, occasione e strumento per mostrarsi e restare per sempre. L'obolo, la moneta preziosa che l'attore e la cantante portano con sé, per l'infinito viaggio, è quell'abbraccio nell'abisso, quell'oraziano «insieme, ora», l'ultimo gesto per contrastare e scavalcare il destino. A Udine, quattro giorni fa, la soluzione è stata la stessa, ma non con l'alone della «gloria», bensì con quello della maledizione: si uccidono due innamorati, giovani stavolta, che non possono mettersi insieme perché le famiglie non vogliono, lui è un tossico. La droga scatena nelle famiglie reazioni di repressione o di violenza in cui noi vediamo tutto tranne la verità: e cioè l'estrema, e perciò colpevole, forma di «legittima difesa».In questo caso, i famigliari volevano impedire al figlio tossico di ripetersi attraverso i figli. Ci sono state di recente anche madri che hanno sparato sul figlio tossico: non si può forse giustificarle, ma si può capirle. A Udine, chi ha impedito al tossico di sposarsi ha cercato, come poteva, di impedire che la catena della droga si prolungasse oltre la vita del drogato. Ma i tre suicidi di coppia si sono succeduti con tanta rapidità, che ognuno pare voglia confermare gli altri. Una volta si diceva che il giprno del suicidio è la domenica: la domenica svincola dal lavoro e dai legami, e se uno è tenuto su solo da quelli, di domenica si sente inghiottire nel vuoto. La domenica dell'anno è l'estate. D'estate, in agosto (a fine agosto: in questi giorni), la vita è al giro di boa: finisce un anno (un anno lavorativo, sentimentale, psicologico), ne comincia un altro. Tra l'uno e l'altro c'è un salto: chi non trae forza dal consuntivo del periodo che si chiude, o dal preventivo del periodo che s'apre, non ce la fa a saltare di là, si sente precipitare, o si lascia precipitare. Il periodo della massima vitalità dell'anno (vacanze, viaggi, amori, scoperte) è anche il periodo delle morti volontarie: gli estremi si toccano. Ferdinando Camon Tino Schirinzi

Persone citate: Tino Schirinzi

Luoghi citati: Torino, Udine