Bordata contro Goletta Verde

Coro di accuse dai lettori del Manifesto Ma c'è il sospetto che le critiche siano legate all'appoggio degli ecologisti a Rutelli. Il giornale: forzature Bordata contro Goletta Verde Coro di accuse dai lettori del Manifesto ROMA. E' cominciata la guerra fredda tra il Manifesto e gli ambientalisti. Tutto per colpa di un campanile, si potrebbe dire. A quelli dell'ultimo «quotidiano comunista», infatti, non è piaciuta la candidatura di Francesco Rutelli a sindaco di Roma. E così, da diversi giorni, hanno preso a sciabolare contro di lui. E intanto hanno preso a punzecchiare anche gli alleati di Rutelli, in primis la Legambiente. Ieri mattina hanno pubblicato con grande risalto una lettera che ridicolizzava la Goletta Verde. Un'altra lettera di tono analogo è in arrivo. Scrive il lettore Paolo Sermi: «Vanno in giro con due barche da far invidia a un Larini dei tempi d'oro... Non si rendono conto che con i loro verdetti possono distruggere l'economia di una regione o regalare facili guadagni ad altri?». Conclusioni secche: «Mi sembra che questi ambientalisti non fanno altro che regalare illusioni e diffondere inutili paure». Risposta di Carmen Santoro, addetta stampa di Goletta, a disagio: «Abbiamo cominciato a solcare i mari nel 1986. Da allora i controlli delle Usi si sono intensificati. Non ti sembra questo un piccolo merito?». Presa a sé, la lettera non significa molto. E' l'arrabbiatura di un lettore di sinistra. Ma il fatto è che due giorni prima, sulla stessa pagina, era comparso un intervento di Gianni Mattioli, capogruppo dei Verdi alla Camera, ecologista di provata fede. Mattioli rispondeva risentito a una critica del giorno prima: «Sciocchezze... effetti della calura di Ferragosto». E così, di articolo in articolo, si può ricostruire un botta e risposta che va avanti da un mese circa. Tutto ruota attorno alla candidatura di Rutelli. E il commento finora più liquidatorio è stato quello di Marco Bascetta: «I suoi (di Rutelli, ndr.) begli occhi non sono guastati dal barlume di un'idea». Quelli di Legambiente sono meravigliati, ma cercano di smorzare i toni. «Io non voglio credere che ci sia altro che qualche punzecchiatura - commenta il presidente Ermete Realacci - tanto più che i nostri rapporti con il Manifesto sono ottimi. Ma certo che il loro accanirsi contro Rutelli noi non lo capiamo». In verità, Legambiente è coinvolta nella scommessa su Rutelli più di quanto appaia. Il candidato verde, è vero, ha dietro di sé ima larga coalizione di centro-sinistra. Si sono schierati con lui molti leader, da Occhetto a Segni, a Del Turco. Ma le truppe, finora, le ha fornite la Legambiente. Ed ecco il dirigente ambientalista Pietro Barrerà, destinato a fargli da capogabinetto. L'uomo più vicino a Rutelli è proprio quel Mario Di Carlo che è il responsabile di Goletta Verde. Un caso? «Ma secondo me questo accostamento è una forzatura! - reagisce Riccardo Barenghi, caporedattore del Manifesto - E poi una cosa è la Goletta, un'altra Rutelli. Per for- tuna, aggiungo». Aggiunta maliziosa, questa di Barenghi. E perché: la Goletta è una cosa seria, Rutelli no? «Asso lutamente - risponde un altro dei capi del Manifesto, Alberto Ferrigolo - sui problemi dell'ambiente siamo tutti d'accordo. Poi però, come fatalmente accade alla sinistra, la politica ci divide in schieramenti». Insomma, al «quotidiano comunista» ancora non si è discusso ufficialmente del problema. Però è anche chiaro che l'umore dei più è contrariato. Domenica ospiteranno un articolo di Mauro Paissan, deputato, ex direttore del giornale, che forse segnerà una spaccatura verticale tra i Verdi. Martedì è previsto un intervento di Aldo Garzia, analista di politica, che non ne risparmierà una a Rutelli. [fra. gri.] Una delle due imbarcazioni della flotta Goletta Verde Ogni estate si effettuano controlli sulla qualità delle acque dei litorali d'Italia, Corsica e Costa Azzurra

Luoghi citati: Corsica, Goletta Verde, Italia, Mario Di Carlo, Roma