«Ghali morirai in nome di Allah» di Aldo Baquis

Gli sciiti libanesi: fa le condoglianze per i soldati israeliani uccisi, non spende una parola per i nostri morti Gli sciiti libanesi: fa le condoglianze per i soldati israeliani uccisi, non spende una parola per i nostri morti «Ghali, morirai in nome di Allah» Hezbollah minaccia il segretario dell'Orni TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO All'indomani degli attentati con cui ha provocato la morte di nove soldati israeliani nella fascia del Libano Sud occupato dallo Stato ebraico, il movimento islamico Hezbollah ha minacciato ieri di morte il segretario generale dell'Orni, Boutros Ghali, «reo» di aver inviato un messaggio di condoglianze alle famiglie dei caduti. «Oggi Boutros Ghali versa le sue lacrime per gli aggressori» ha detto lo sceicco Muhammed Yazbek a una folla di persone che assistevano ai funerali di due combattenti Hezbollah rimasti uccisi ieri durante un raid aereo israeliano nella valle della Bekaa. «Ma un giorno dovrà versare anche il suo sangue, assieme con quanti complottano contro la nostra resistenza». In un comunicato diffuso a Beirut, il movimento Hezbollah ha notato che Butros Ghali si era «dimenticato» di inviare messaggi di solidarietà alle famiglie delle 130 vittime libanesi dell'«Operazione resa dei conti», lanciata da Israele il mese scorso. Anche Israele era ieri a lutto. Per tutta la giornata, i bollettini della radio hanno riferito dello svolgimento dei funerali di soldati che, nella maggior parte, non avevano 20 anni. In un'intervista alla radio, il premier e ministro della difesa Yitzhak Rabin non ha voluto creare illusioni: «Non posso garantire - ha detto - che in Libano non ci saranno in futuro altre vittime». Ha però assicurato che Israele non intende allargare il conflitto. Arrivare fino a Beirut, come nel 1982, o estendere la fascia di sicurezza, come richiede a gran voce l'opposizione di destra, «non servirebbe a nulla». Il premier ha anche respinto i suggerimenti di quanti - come Ariel Sharon, il «falco» del Likud chiedono la sospensione immediata dei negoziati con la Siria, finché essa non provveda a neutralizzare gli Hezbollah. «Interrompere le trattative - ha spiegato Rabin - significherebbe spalancare la strada agli estremisti, in primo luogo all'Iran». Il viceministro della difesa Mordechai Gur ha fatto un'analisi ancora più spietata della situazione: nel Libano del Sud è in corso una guerra d'usura e Israele non può porle fine usando solo la forza. «In Libano - ha ricordato Gur - abbiamo condotto in questi anni svariate operazioni, alcune di vasta portata, altre minori. Alla loro fine, abbiamo sempre constatato però che il terrorismo nei nostri confronti non era cessato». Sarà dunque necessario, ha aggiunto Gur, cercare accordi con i Paesi vicini. I nuovi metodi di lotta introdotti dagli Hezbollah hanno preso in contropiede le truppe israeliane che perlustrano la fascia di sicurezza in territorio libanese. Di ritorno da addestramenti militari in Iran, i guerriglieri sciiti depongono adesso ordigni esplosivi più sofisticati e più insidiosi che in passato. Gli artificieri israeliani hanno avuto difficoltà a stabilire se la prima esplosione di giovedì (quella che ha provocato sette morti) fosse stata provocata da un ordigno molto potente, o da più cariche collegate fra di loro. La misura dell'insidia delle nuova strategia Hezbollah è data dall'esplosione del secondo ordigno, pure giovedì, che ha provocato la morte di due militari. La carica è esplosa dodici ore dopo la prima, nella stessa zona, in pieno giorno, e senza che fosse stata notata in alcun modo. «Dovremo adattarci a queste nuove forme di lotta», ha commentato laconicamente Rabin. In assenza di soluzioni militari radicali, il viceministro Gur ha invitato tutti a tenere duro: «Non ci resta - ha detto - che stringere i denti». A Tunisi un collaboratore di Arafat, Mahmud Darwish, ha dato le dimissioni dal comitato esecutivo dell'Olp. Ha spiegato il gesto come una protesta contro la gestione economica dell'organizzazione: «Non voglio essere coinvolto in possibili decisioni pericolose prese dai vertici». Aldo Baquis Una manifestazione di seguaci di Hezbollah a Baalbeck [FOTO EPA)