Ecco le tre Bosnie prendere o lasciare di Foto Reuter

Proposta di compromesso dei mediatori Onu, tra 10 giorni incontro decisivo a Ginevra Proposta di compromesso dei mediatori Onu, tra 10 giorni incontro decisivo a Ginevra Ecco le tre Bosnie, prendere o lasciare Ai serbi il 52% della Repubblica ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Il nuovo giro dei negoziati di Ginevra sul futuro della Bosnia si è concluso ieri pomeriggio dopo due giorni di discussioni in cui le tre parti in guerra hanno presentato le loro richieste per la spartizione della Repubblica. I copresidenti della Conferenza di pace sull'ex Jugoslavia, Lord Owen e Thorvald Stoltenberg, hanno presentato a serbi, musulmani e croati un pacchetto di misure per l'assetto costituzionale del Paese, nonché le mappe con i confini delle tre Repubbliche che costituiranno l'Unione degli Stati Bosniaci. Il progetto di accordo, basato su una divisione della Bosnia tra le tre parti in lotta, prevede che ai musulmani sia lasciato circa il 30 per cento del territorio e ai serbi il 52 per cento, ha spiegato ieri sera Owen. Ai croati - ha precisato sarà assegnato il 17 per cento (attualmente, i serbi controllano il 70 per cento del territorio bosniaco, mentre i musulmani solo il 10 per cento). Le tre parti avranno dieci giorni di tempo per decidere. Il 30 agosto, infatti, sono nuovamente convocati a Ginevra dove dovranno dare la loro risposta. «Le proposte di Owen e Stoltenberg sono soddisfacenti nella misura in cui è possibile nelle condizioni attuali. Appog- gio il loro piano e sarò presente alla ripresa dei negoziati a fine mese», ha dichiarato il presidente croato Tudjman. Intanto in Bosnia centrale le truppe musulmane continuano ad attaccare le città e i villaggi croati. Il grande incendio causato dai bombardamenti ha divorato la foresta a ridosso della città di Vitez. I rappresentanti del Centro per i diritti umani di Medjugorje hanno presentato ieri la lista dei crimini compiuti dai musulmani contro i croati bosniaci nella zona di Konjic. Più di 50 paesi sono stati rasi al suolo. Decine di civili sono stati massacrati. Un migliaio di persone sono tuttora tenute prigioniere, mentre dei 12 mila croati che vivevano a Konjic prima della guerra, 8 mila sono stati costretti a lasciare le loro case. Il Consiglio della difesa croato accusa le organizzazioni internazionali di ingiustizia nei confronti dei civili croati che hanno lo stesso bisogno di soccorsi dei musulmani. A loro detta, i soldati dell'Unprofor utilizzano i convogli umanitari per rifornire di armi i musulmani. Ieri, i croati hanno bloccato un convoglio umanitario diretto alla parte musulmana di Mostar. Un disperato appello all'Onu, alla Croce Rossa Internazionale e alla presidenza bosniaca è giunto ieri anche da Gorazde, una delle sei enclavi musulmane protette dall'Onu che è tuttora sotto assedio dei serbi. Le |» autorità della città chiedono l'evacuazione urgente dei feriti e degli ammalati, tra cui numerosi bambini, che in questa città della Bosnia orientale non possono essere curati per mancanza di medicinali. «Più di 50 bambini sono giàmorti perché non hanno potuto ricevere cure adatte. A Gorazde manca assolutamente tutto». Mentre in Bosnia si continua a morire, la comunità internazionale polemizza sugli eventuali bombardamenti delle postazioni serbe. «L'arrivo del¬ l'inverno potrebbe essere la scadenza finale per l'azione militare alleata contro le forze serbe in Bosnia», ha detto il rappresentante americano nella Nato Robert Hunter. «D'ora in poi rafforzeremo il controllo su quello che fanno i serbi, fino al momento in cui, per motivi meteorologici, le sofferenze della gente aumenteranno», ha spiegato Hunter a Washington. Finora i funzionari americani non avevano mai parlato delle scadenze definitive per un intervento militare della Nato in Bosnia. Nel frattempo i Caschi blu francesi stazionati in Bosnia pensano alle vacanze estive. Secondo l'agenzia Tanjug di Belgrado, più di 1200 soldati del contingente francese delle forze di pace, accompagnati dai familiari, passeranno le ferie sui laghi di Plitvice. Non ci sarebbe nulla di strano se la regione lacustre non si trovasse sul territorio croato tuttora occupato dalle forze serbe ribelli a Zagabria. Altri soldati francesi si riposeranno a Pola, ma faranno delle gite a Plitvice. Radio Belgrado ha diffuso ieri la notizia che una guardia di confine serba è stata uccisa a 300 metri dalla frontiera tra Jugoslavia e Albania. Ingrid Badurina U d I l l dll'dl d Ld Una immagine di Irma sul lettino dell'ospedale di Londra [foto reuter]

Persone citate: Lord Owen, Robert Hunter, Stoltenberg, Thorvald Stoltenberg, Tudjman, Vitez