Assassinata la parola «giallo» di Franco Lucentini
ABOLIAMO LE FARMACIE? Noti gli autori dell'omicidio lessicale: i reporter che ne hanno abusato per anni Assassinata la parola «giallo» Li A sempre invocata professionalità dei giornalisti dovrebbe indurli ad autosopprimere dai loro interventi stampati e televisivi la parola «giallo». In pochi anni l'abuso di questo riferimento alle copertine dei benemeriti polizieschi Mondadori è diventato intollerabile. «Il giallo dell'abbraccio fra Bossi e Garavini». «L'unghia del mignolo di Baggio: è giallo». «Un giallo dietro i gerani malati di Claudia Schiffer». Sembra soprattutto strano che quanti appiccicano automaticamente la parola al più irrilevante enigmetto non si rendano conto di assestarle ogni volta una pugnalata mortale. «Giallo» è ormai dissanguato, non ha più nessuna forza di suggestione, è un cadavere lessi¬ cale. E quando servirebbe davvero, non può rialzarsi, fare dignitosamente il suo lavoro definitorio. Otto donne vengono assassinate a distanza di poche settimane in varie parti d'Italia. Cosa diventano? E' ovvio, otto misteri d'estate, otto «gialli». Non c'è il minimo collegamento tra i delitti, che però, messi tutti insieme uno sull'altro, è come se fossero opera di un «serial killer». Sempre più ovvio. Molti anni fa, in un saggio famoso, il «duro» (e grande) Raymond Chandler se la prese con la soffice (e grande) Agatha Christie. L'omicidio tra tazze di tè, vicariati e rododendri gli sembrava ridicolo e omissivo. Dov'erano il sangue, la violenza, l'orrore, in quei contesti così perbene? La brutale, straziante realtà del crimine si perdeva completamente, si edulcorava in letteratura. Ma Chandler non capì che la letteratura è sempre e comunque un filtro edulcorante. I suoi stessi romanzi, come tutti quelli degli altri «duri», prima e dopo di lui, non sono altro che letteratura. Non c'è squartatore, non c'è cannibale stupratore, non c'è sadico torturatore che una volta messo in un libro possa davvero scuoterci, spaventarci, sconvolgere sul serio le nostre giornate. Così, le povere otto vittime di quest'estate, trattate da protagoniste di altrettanti «gialli», finiscono col vellicare le nostre inclinazioni per i giocosi misteri letterari, niente di più. I corpi carbonizzati, le gole tagliate, i lividi, i gonfiori, gli attimi spaventosi prima della morte, si traducono in indizi, tracce, ipotesi per il Poirot o il Marlowe che dormicchia in ognuno di noi. E quel colore giornalistico si mangia tutto il dolore, il pianto, la pietà. Carlo Frutterò Franco Lucentini Carlo Frutterò e Franco Lucentini
Persone citate: Agatha Christie, Baggio, Carlo Frutterò, Claudia Schiffer, Franco Lucentini Carlo, Garavini, Marlowe, Poirot, Raymond Chandler
Luoghi citati: Italia
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