le guardie aiutavano i ladri

La banda specializzata nel riciclare vetture di grossa cilindrata La banda specializzata nel riciclare vetture di grossa cilindrata le guardie aiutavano i ladri Nel traffico d'auto 3 agenti polstrada L'ultima inchiesta su auto rubate e «taroccate» ha coinvolto tre agenti della Polstrada: due erano in servizio a Cherasco, il terzo era stato trasferii a Padova dalla cittadina pir ontese. Si chiamano Ruggero Vignaduzzo, 33 anni; Pasquale Demeo, stessa età, e Antonio Antidormi, 28 anni. Sono accusati di ricettazione in concorso con tre fratelli appartenenti ad una famiglia Sinti (nomadi piemontesi) ma che vivevano in comodi appartamenti di Carmagnola e, naturalmente, viaggiavano su auto lussuose e rubate. Anche i poliziotti avevano contratto il «vizietto» e il loro tenore di vita li ha traditi con i superiori. E' stata la Polstrada ad avviare le indagini e oggi se ne ha notizia perché il sostituto procuratore Antonio Rinaudo sta per concludere l'inchiesta e firmare i decreti di citazione a giudizio. L'organizzazione era composta anche da un settimo uomo, il padovano Andrea Tomi, considerato il «canale commerciale» verso il Veneto, dove, presso alcuni autosaloni, sono state riciclate una quarantina di auto, di ogni tipo e cilindrata: Toni era il contatto di Antidormi e, attraverso i rapporti conservati con lui, gli altri due agenti aiutavano i Bresciani a «piazzare» le auto. Demeo, in realtà, si sarebbe limitato a fare da spalla al più intraprendente Vignaduzzo. L'inchiesta avrebbe consentito di individuare anche numerosi autosaloni e concessionarie in Piemonte come terminali del traffico. Questa parte delle indagini è tuttora in corso e punta ad accertare la ramificazione delle complicità di cui disponevano i ricettatori. I poliziotti, arrestati e successivamente posti agli arresti domiciliari dal tribunale della libertà (contro il parere di Rinaudo), erano entrati in contatto con l'organizzazione di ricettatori «per motivi di lavoro»: controllavano la zona di Carmagnola. Nella cittadina i fratelli Carlo (il solo latitante), Giuseppe ed Ermelinda Bresciani avevano impiantato una florida attività di «riciclaggio» d'auto, con officina e deposito delle auto rubate. I Bresciani erano già noti per questi loro traffici, mentre i poliziotti Vignaduzzo e Demeo hanno un procedimento pendente, presso la Pretura di Moncalieri, per arresto abusivo. Avevano già creato qualche problema ai loro superiori e venivano tenuti d'occhio. E' stata una «Y10» reintestata alla moglie di Vignaduzzo a tradirli. Sopratutto perché l'agente ha negato l'evidenza. [a. g.] Accusati di ricettazione con altri 4 Li ha traditi il loro tenore di vita L'unico latitante della banda è Carlo Bresciani: per riciclare le auto rubate utilizzavano documenti di rottami

Persone citate: Antonio Antidormi, Antonio Rinaudo, Bresciani, Carlo Bresciani, Rinaudo, Ruggero Vignaduzzo

Luoghi citati: Carmagnola, Cherasco, Moncalieri, Padova, Piemonte, Veneto