La Finanza chiude 36 negozi

I costi delle campagne dei candidati a sindaco Nei controlli del '93 sono stati tutti multati per la terza volta La Finanza chiude 36 negozi Recidivi nel dimenticare la ricevuta Chiuso per ferie? No, per mancata emissione dello scontrino fiscale. Dall'inizio dell'anno, sono già 36 i titolari di esercizi commerciali costretti ad abbassare la saracinesca per ordine dell'Intendenza di finanza: puniti con l'obbligo di chiusura del negozio, oltreché con la multa, per essere stati sorpresi per tre volte, negli ultimi cinque anni, a consegnare merce senza la ricevuta fiscale o lo scontrino. A dieci anni dalla legge che ha introdotto l'obbligo dei registratori di cassa nei negozi, in vigore dal 1983, le statistiche conservate negli uffici finanziari permettono di stilare una classifica degli operatori più «refrattari» a battere lo scontrino: la guidano i baristi, i titolari di discoteche che non consegnano ricevute per le. consumazioni, i ristoranti e le panetterie. «Per ogni scontrino "mancato" spiegano alla Guardia di finanza -, la multa va da 400 mila lire a un milione e 800 mila. Da 40 a 400 mila per violazioni minori, come l'incompletezza dei dati». Per acciuffare i «refrattari» a scontrini e ricevute, i militari della Terza compagnia delle Fiamme gialle eseguono ogni anno in città e cintura oltre 4 mila verifiche: l'obiettivo dei finanzieri è controllare a tappeto, almeno una volta l'anno, tutte le attività soggette all'obbligo di consegnare lo scontrino, senza prendere di mira sempre gli stessi commercianti: ma, se c'è chi ha avuto l'ultima visita delle Fiamme gialle nell'87, c'è anche chi viene controllato più volte nel corso dello stesso anno, e in qualche caso si vede piovere addosso multe a raffica. Alla catena di negozi dei «Girarrosti Santa Rita» è arrivata per la seconda volta la «punizione» massima in materia di scontrini: la rosticceria di corso De Gasperi 57 resterà chiusa fino al 21 agosto perché, negli ultimi cinque anni, i commessi sono stati sorpresi per tre volte, in momenti diversi, a consegnare polli arrosto senza battere gli scontrini. «Segnaliamo i recidivi - spiegano in corso IV Novembre - all'Intendenza di finanza, che ordina in questi casi la sospensione dell'attività commerciale: da 3 a 30 giorni, a seconda della gravità della violazione accertata». In queste «punizioni» aggiuntive alla multa incappa una cinquantina di commercianti l'anno: il provvedimento di chiusura può essere deciso non soltanto per la mancata emissione dello scontrino, ma può colpire anche chi batte sui tasti del re¬ gistratore di cassa un importo inferiore al dovuto. Oltre a dover abbassare la saracinesca, i negozianti devono anche esporre un cartello in vetrina: «Chiuso per provvedimento dell'Intendenza di finanza». Achille Valentini, 50 anni, uno dei soci della «Girarrosti Santa Rita», gestisce nove punti-vendita di rosticceria in città: «Vogliono anche esporci al pubblico ludibrio, costringendoci ad affiggere il cartello». Il negozio di corso De Gasperi è stato chiuso il 16 agosto: «In cinque anni, le nostre rosticcerie sono state controllate una cinquantina di volte. Dovrebbero premiarci per aver dimenticato soltanto tre scontrini, anziché farci chiudere». E aggiunge: «Il guaio è che paghiamo troppe tasse. Se le aliquote fossero meno gravose nessuno penserebbe di evadere neppure un soldo, ma quest'anno non facciamo che pagare». [g. fav.] Seconda punizione per la rosticceria «Girarrosti Santa Rita» di corso De Gasperi

Persone citate: Achille Valentini