Israele riedifica la città crociata di Aldo Baquis
L'antica S. Giovanni d'Acri L'antica S. Giovanni d'Acri Israele riedifica la città crociata GERUSALEMME LTREPASSATA la «torre maledetta» - riferiscono le cronache del tempo le truppe del sultano Almalich Al-Ashraf sciamarono, accompagnate da un assordante rullio di tamburi, all'interno delle fortificazioni di Akko (San Giovanni d'Acri), capitale del Regno cristiano in Terrasanta. Travolte le linee di difesa nel quartiere pisano, piegarono verso la zona controllata dall'Ordine dei Teutoni. Presso il Castello, i Templari e gli Ospitalieri tentarono un contrattacco, ma furono costretti a una fuga precipitosa verso il porto. I combattenti dell'Islam si diedero allora ad abbattere i torrioni, ad appiccare il fuoco ai palazzi e a sotterrare le rovine della città che per duecento anni aveva simboleggiato la presenza cristiana nella regione. Era il 18 maggio 1291, un venerdì. Per settecento anni, le testimonianze degli splendori e della repentina fine del Regno crociato sono rimasti sepolti da edifici eretti dai mammelucchi, dai turchi e dagli inglesi, durante il Mandato sulla Palestina. Adesso Akko - dove convivono arabi ed ebrei - ambisce a tornare importante e comprende che il suo futuro dipende dal suo passato: si scava alacremente, e i fasti crociati tornano alla luce. Alle «sale dei cavalieri» - già aperte al pubblico negli anni passati - negli ultimi mesi si sono aggiunte numerose strutture che consentono per la prima volta in Israele (dove pur esistono alcune fortezze crociate) di ricreare un intero borgo medioevale. In un prossimo futuro, i visitatori potranno vagare dalla «Posta» (la stazione delle sentinelle) al refettorio della «Cripta», attraversare i magazzini e la strada commerciale, inabissarsi in un lungo e contorto tunnel (che fungeva sia da fogna che da via di fuga) e ritrovarsi nel cortile crociato - al¬ l'interno del Castello espugnato 700 anni fa dalle truppe islamiche - tra il palazzo degli Ospitalieri e quello del «Grand Manier», dove risiedeva il potere temporale. Nell'epoca crociata, Akko contava fino a 40 mila anime. «E' così affollata - si lamentava lo storico arabo Ibn Jubayr che è difficile mettere un piede per terra». E nel 1185, il monaco greco Johannes Phocas ne denunciava «l'aria inquinata dall'enorme afflusso di stranieri, le malattie e i cattivi odori». Eppure il sistema di fogne venuto alla luce durante gli scavi era d'avanguardia: «I canali - afferma Amir Gilad, responsabile dei lavori di scavo - si ramificavano sotto a tutta la Città Vecchia, dalle fondamenta del Castello fino al porto. Le fognature di cui dispone oggi la Città Vecchia di Akko non sono altrettanto sofisticate». Nelle sale crociate non sono stati trovati oggetti medievali né documenti dell'era: le rovine della città sono rimaste in balia dei predoni per oltre duecento anni. Sono riapparse invece tre palle di cannone dell'epoca ot tomana, una delle quali conteneva ancora polvere esplosiva: artificieri israeliani l'hanno fat ta brillare. Akko vuole diventare la terza località turistica di Israele, do po Gerusalemme e Masada e progetta anche il restauro dei quartieri delle Repubbliche marinare. Genova, Venezia e Pi sa disponevano a S. Giovanni d'Acri di approdi e di quartieri fortificati, non di rado divisi da aspre rivalità. «Vorremmo - di ce un responsabile dell' Ente lo cale - non solo restaurare le facciate dei palazzi ma anche tor nare a sentire nei vicoli i chalet ti italiani, avvertire il profumo dei vostri cibi». Si allunga nella poltrona, e aggiunge con un mezzo sospiro: «Adesso mi an drebbe proprio un piatto di spa ghetti al pesto». Aldo Baquis
Persone citate: Amir Gilad
Luoghi citati: Genova, Gerusalemme, Israele, Masada, Palestina, Venezia
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